Angeli, Stefano degli, Terze considerationi sopra una lettera di Gio. Alfonso Borelli, scritta da questi in replica di alcune dottrine incidentemente tocche

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Cont. Nella facciata medeſima 12. paſſa à quella
parte, dice egli, che hà ſembianza di grandiſſima
aſſurdità, in maniera che più toſto viene ſtimata opi-
niòne da ciechi, che da ſenſati.
Queſta è, che quan-
do foſſe vero, che il graue cadente tratteneſſe il me-
deſimo empito circolare queſto caderebbe fuori
della perpendicolare all´Orizonte, e ſempre più
Orientale di eſſa.
Ofred. Si fermi Sig. Conte, e laſci, che io ammiri
quanto ſia vero, che _per quæ quis peccat per hæc, &
tor-_
_quetur_.
Noti V. S. come ſi ſtorce il Sig. Borelli per-
che nel Dial.
2. alla facciata 116. io dico queſte pa-
role.
[Nè io sò ſe il Sig. Borelli habbia oſſeruato,
che quando foſſe vera queſta ſua dottrina, e che il
graue A, ſi moueſſe ſempre con la medeſima veloci-
tà, &
c. ] e quì dico, che il graue caderebbe più Orien-
tale della perpendicolare.
Hora queſte parole, parmi
molto modeſto, muouono il Sig.
Borelli à lamentarſi
in certo modo, che la ſua viene ſtimata opinione da
ciechi, &
c. Mà il Sig. di Fermat, & altri dicono, che la
ſemita del graue cadente ſarebbe la Spirale.
Il Sign.
Borelli dice non dubioſamente come facio io, ma
riſsolutamente, che queſta è opinione da ciechi.

_Sed prædicti auctores non animaduertunt ſe in hypotheſi_
_aſſumpta non perſistere_.
La mia fraſe di parlare non
piace à lui, e la ſua è prima ſpiaciuta à gl´altri, &
eſſo
ragioneuolmente incontra in quel diſguſto, che fuo-
ri di ragione hà prima dato à gl´altri.
Comanda

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