Alberti, Leon Battista, L' architettura

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4238DELLA ARCHITETTVRA perche elleno contendeuano contro alla natura delle coſe, chi non ſi riderà dl
colui che fatto un põte ſopra le Naui, nel Mare haueua diſegnato di caualcarlo?
o chi non harà piu toſto in odio la pazzia di queſto inſolente? Il porto di Clau
dio ſotto Hoſtia, &
appreſſo a Terracina il Porto di Adriano, opere certo per
ogni conto eterne.
Niente di manco noi ueggiamo, è già gran tempo, che ꝑ
115 hauer ſerrate le bocche dalla rena, &
ripieni i ſeni, ſono interamente mancati, ꝑ
lo aſsiduo combattimento del Mare, che ſenza ripoſo percotendoli, piu l’un
giorno che l’altro gli uince.
Che penſi tu adũque, ch’e’ ti habbia a interuenire
in queſti luoghi, doue tu ti ſarai deliberato di contraſtare, o di rimouere del tut
to gli impeti delle acque, oil grãdiſsimo incarco delle ripe che rouinano?
Il-
2210 che poi che è coſi, biſogna che noi non ci mettiamo a far coſe, che non ſi conuẽ-
ghino a punto alla Natura delle coſe;
dipoi ſi debbe auertire di non ſi mettere a
fare coſa, che nel farla ſi habbia a mancare a ſe ſteſſo, rimanendo ella imperfetta.
Chi non harebbe biaſimato Tarquino Re de Romani, ſe gli alti Dii non haueſ-
ſero porto fauore alla grandezza della Città, &
ſe nel creſcere dello Imperio, nõ
3315 ſi fuſſero aumentate ricchezze baſtanti a tanta principiata Magnificẽtia, che egli
haueſſe gittata via tutta la ſpeſa della futura opera, nel gittare i fondamenti del
tempio?
Oltre che egli è da conſiderare, & non infra l’ultime coſe, non ſola-
mente quel che tu poſſa, ma quello ancora che ti ſi conuenga.
Io nõ lodo Ro-
dope di Tracia quella celebrata Meretrice, &
memoria de ſuoi tẽpi, che ſi faceſſe
4420 fare un ſepolcro di ſpeſa incredibile:
Et ſe bene ella cõ il ſuo meretricio gua-
dagno ſi hauea procacciate ricchezze regali, ella però non fu degna di Sepolcro
Regale.
Ma per l’oppoſito, Io non biaſimo già Artemiſia Regina di Caria, ꝑ
hauer fatto al ſuo Cariſsimo, &
digniſsimo conſorte il ſuntuoſiſsimo ſepol-
cro.
Ancora che io in queſte coſe, lodo certo la modeſtia. Oratio biaſimaua
5525 Mecenate che egli impazzaſle nello edificare:
Io ueramente lodo colui, ilqua-
le ſecondo che dice Cornelio Tacito, fece il ſepolcro ad Otone modeſto,
ma da durare gran tempo.
Et ſe bene nelle priuate memorie ſi ricerca la Mo
deſtia, &
nelle publice la Magnificentia. Le publiche ancora ſono alcuna
uolta lodate per eſſere modeſte come le priuate.
Noilodiamo, & ci maraui-
6630 gliamo del Teatro di Pompeio, per la egregia grandezza, &
dignità della ope-
ra.
Edificio degno ueramente di Pompeo, & di Roma Vittorioſa. Mala paz
zia dello edificare di Nerone, &
la furia di recare a fine le opere ſmiſurate,
non è lodata da ognuno.
Oltra queſto chi non harebbe uoluto che colui, che
con tante migliaia di huomini forò il Monte appreſſo a Pozzuolo, haueſſe du-
7735 rata tanta fatica, &
conſumato tanta ſpeſa, in qualche altra opera piu utile?
Chi non biaſimerà la prodigioſa pazzia di Eliogabalo? egli haueua penſato
di piantare una grandiſsima Colonna per entro della quale ſi ſaliſſe ſopra la ci-
ma, acciò ui ſi poneſſe ſopra lo Dio Eliogabalo, al quale ei ſi era ordinato, di
adorare.
Ma non hauendo trouato Pietra sì grande, fattone cercare inſino in
8840 Tebaide, ſi tolſe dalla impreſa.
Debbeſi aggiugnere ancora a queſte coſe che
e’ non ſi debbe incominciare coſa alcuna, ſe bene per altro ella è degna, &

utile, ne però al tutto difficile al farſi, aiutandola le facultadi, &
le opportunità
de Tempi, che ella ſia tale, che in breue debba mancare, o per negligentia

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