Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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La ſimmetria è la bellezza dell'ordine, come è la Eurithmia la bellezza della diſpoſi­
tione
.
Non è a baſtanza ordinare le miſure una dopo l'altra, ma neceſſario è, che quelle miſu­
re
habbiano conuenienza tra ſe, cioè ſiano in qualche proportione; & però doue ſarà propor
tione
, iui non puo eſſere coſa ſuperflua.
& ſi come il maeſtro della natural proportione, è lo inſtin
to
della natura, coſi il maeſtro dell'Artificiale è l'habito dell'Arte: d'onde ne naſce, che la pro­
portione
è propria della forma, & non della materia: & doue non ſono parti, non può eſſere pro­
portione
: perche eſſa naſce dalle parti compoſte, & dalla relatione di eſſe, & in ogni rela­
tione
è neceßario almeno, che ſiano due termini, come s'è detto: ne ſi può lodare a ba­
ſtanza
lo effetto della proportione, nella quale è poſta la gloria dello Architetto, la bellez­
za
dell'opera, la merauiglia dello artificio.
come ſi uederà chiaramente quando noi ragio­
naremo
delle proportioni, & apriremo i ſecreti di queſt'Arte, dimoſtrando qual riſpetto è
nella
proportione, quali termini, qual uſo, & quanti effetti, & di che forza ella faccia parere
le
coſe: però mi riporto al ſuo luogo.
Vitruuio fin tanto lo eſſempio di quello, che egli ha det­
to
{Secondo la rata portione,} dicendo. {Come ſi uede nel corpo humano.} Hauendo
Hercole
miſurato il corſo, & lo ſpacio di Piſa, & trouatolo di piedi ſeicento de i ſuoi, & eſſen­
doſi
poi nelle altre parti della Grecia fatti quegli ſpacij da correre di piedi ſeicento, ma piu breui.

il
buon Pithagora comparando quelli corſi l'uno con l'altro, ritrouò il piede di Hercole eſſere
ſtato
maggiore de i piedi, con i quali i Greci haueuano miſurato gli altri ſpacij.
& ſapendo qua­
le
doueua eſſer la proportione del piede alla giuſta grandezza dell'huomo, compreſe la ſtatura di
Hercole
eſſere ſtata tanto maggiore della ſtatura de gli altri huomini, quanto il corſo miſurato da
Hercole
eccedeua gli altri corſi della Grecia.
Quando adunque le miſure ſeranno accommoda­
te
alle maniere, non ha dubbio, che dalla grandezza d'una parte non ſi conoſca la miſura del­
l
'altra, & conſeguentemente la grandezza del tutto. {Et prima ne i ſacri tempij.} Queſto
ho
dichiarito di ſopra, che dalla groſſezza delle colonne, che ci daua il modulo, ſi pigliauano gli
ſpacij
tra le colonne, & le altezze di quelle. {Ouero dal Triglipho.} queſto è un membrello,
che
ha tre canellature come canali, donde prende il nome, & ſi mette ſopra l'Architraue nelle
opere
Doriche, dal quale ſi miſura l'opera Dorica, ſi come al terzo capo del quarto libro ci ſa­
dichiarito. {Poi nel foro della Baliſta.} Nella Baliſta, che è inſtrumento da trarre, egli
ſi
fa i fori dalle teſte, ne i quali entra il capo della corda.
i fori ſi cauano dal peſo della pietra: &
da
i fori ſi caua la miſura di quello, che Vitr. chiama ſcutula.
nel decimo al cap. XVII. & qui
Peritriton
.
come dalla palla ſi piglia la miſura del pezzo dell'artigliaria, {ſimigliantemente
nelle
naui, da gli ſchelmi, cioè dallo ſpacio, che è tra il ligamento d'un remo & l'altro, ſi piglia
quella
miſura, che regola tutto il corpo della galera,} coſi trouo che ſi oſſerua nel fabricar le
galere
, & per queſto io ho eſpoſto Vitruuio in queſto modo.
ma ſeguitiamo.

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