Angeli, Stefano degli, Terze considerationi sopra una lettera di Gio. Alfonso Borelli, scritta da questi in replica di alcune dottrine incidentemente tocche

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4230 lege di natura, _Quod tibi non vis alteri ne feceris_. Se-
guiti Sig.
Conte.
Cont. Confeſſa, che queſta coſa l´hà adombrato
in guiſa, che hà alterato e l´ipoteſi, e la linea, che de-
ſcriue il graue cadente, come vederemo più à baſſo.
Dice però alle facciate 13. 14. e 15. che queſto de-
uiamento è pochiſſimo, e con calcolo fondato in
ottimo diſcorſo ne deduce, che è {8/10} di vn´ oncia di
piede, quale non è poſſibile, che noi conoſciamo
con il noſtro ſenſo.
E quì molto bene diſcorre ſopra
la gran difficoltà del poterſi accertare della caduta
del graue, e del diſcendere per la perpendicolare,
mentre ſono infiniti li accidenti, che lo poſſono far
cadere hora da vna parte hora dall´altra, come con-
ferma con certa eſperienza da eſſo fatta.
Matt. Tutto ſtà bene. Baſta à me, che volendo
ſottigliare li no ſtri diſcorſi ſiano fondati, che per al-
tro tutto quello, che porta per ſua ſcuſa lo poſſiamo
ancor noi addure con maggior fondamento per ſal-
uare che la linea fiſica deſcritta dal graue cadente ſa-
rebbe la noſtra Spirale.
Solo aggiongerò, che _cæteris_
_paribus_ in tutte le cadute ſi douerebbe più dal noſtro
ſenſo diſcerner la deuiatione dalla perpendicolare
più Orientale, che verſo altra parte.
Per eſſempio
concediamo al Sig.
Borelli, che la motione dell´aria
poſſa far deuiare il graue vn dito dalla perpendico-
lare hora verſo Occidente, hora verſo Oriente, ſem-
pre ſarà più oſſeruabile quella verſo Oriente,

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