Zanotti, Francesco Maria
,
Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre
,
1752
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LIBRO I.
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più. </
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preserve
">Il che è chiaro, poichè ſe foſſe alcuna par-
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lb
/>
te dell’ effetto, a cui l’ azion della cauſa non
<
lb
/>
perveniſſe, quella parte non ſarebbe effetto, al-
<
lb
/>
meno di una tal cauſa. </
s
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<
s
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preserve
">Che ſe l’ azion della
<
lb
/>
cauſa ſi eſtendeſſe più là dell’ effetto, ſarebbe una
<
lb
/>
parte dell’ azi
<
unsure
/>
one, la quale non produrrebbe nul-
<
lb
/>
la, ciò che è impoſſibi
<
unsure
/>
le, poichè tendendo l’ azio-
<
lb
/>
ne di natura ſua a produr l’ effetto, dee pure ne-
<
lb
/>
ceſſariamente produrlo, ſalvo ſe egli non foſſe da
<
lb
/>
altra cauſa per qualche altra azione impedito; </
s
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<
s
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">il
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che ora non ſupponghiamo. </
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preserve
">Voi vedete dunque,
<
lb
/>
come l’ azione è ſempre eguale all’ effetto; </
s
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<
s
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echoid-s389
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preserve
">e pe-
<
lb
/>
rò di
<
unsure
/>
ceſi, che ad’ eſſo è ſempre eguale ancor la
<
lb
/>
cagione; </
s
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<
s
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preserve
">perciocchè in queſta altro non ſi confi-
<
lb
/>
dera ora, ſe non l’ azione. </
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<
s
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preserve
">E ſe voi nel dipinto-
<
lb
/>
re altro non conſidererete ſe non l’ azion del
<
lb
/>
dipingere, voi troverete queſta egualiſſima alla pit-
<
lb
/>
tura, che egli fa; </
s
>
<
s
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">e così in tutte le altre cauſe;
<
lb
/>
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<
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preserve
">le quali talvolta paion maggiori dei loro effetti,
<
lb
/>
perchè noi non conſideriamo in loro ſolamente l’
<
lb
/>
azione con cui gli producono, ma qualche altra
<
lb
/>
coſa di più. </
s
>
<
s
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preserve
">Così dunque, diſſe allora il Signor
<
lb
/>
Marcheſe, ſe per forza viva non altro intendia-
<
lb
/>
mo, che una potenza, o virtù, la qual produ-
<
lb
/>
ce il movimento; </
s
>
<
s
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preserve
">non conoſcendofi in eſſa ne
<
lb
/>
conſiderandoſi ſe non l’ azion del produrre, do-
<
lb
/>
vrà eſſa dirſi eguale al movimento, e per conſe-
<
lb
/>
guente proporzionale alla velocità moltiplicata
<
lb
/>
per la maſſa. </
s
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<
s
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preserve
">Il perchè ſarebbe da deſiderarſi gran-
<
lb
/>
demente, che per forza viva non altro </
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