4330CAPO II.
MHC come prima, ſi noti il raggio viſuale MC, il quale ne-
ceſſariamente cade di ſotto di BM, douendo l’iſteſſa Torre in
ſito più lontano apparire ſotto angolo minore; e così CMH
deue eſſere minore di BMH: e ſe tutto ciò ſarà fatto accura-
tamente, habbiamo tutto ciò, che ci fà di meſtieri al noſtro
intento.
ceſſariamente cade di ſotto di BM, douendo l’iſteſſa Torre in
ſito più lontano apparire ſotto angolo minore; e così CMH
deue eſſere minore di BMH: e ſe tutto ciò ſarà fatto accura-
tamente, habbiamo tutto ciò, che ci fà di meſtieri al noſtro
intento.
Tiriſi dunque in vn piano à parte la linea IN indefinita, e
dal puuto I ſi tiri vn’altra linea parimenti indefinita, mà che
faccia in I l’angolo vguale all’angolo CMH, che è il minore
delli due oſſeruati. Dipoi nella IN pigliſi il punto O arbi-
trariamente, e ſi faccia in O vn’altr’angolo vguale all’ angolo
BMH, che è il maggiore delli due oſſeruati. Et in tal manie-
ra IO rappreſenta la diſtanza delli due luoghi dell’ oſſerua-
tione; ele due linee OA, IA, che s’incontrano in A, rappre-
ſentano li due raggiviſuali, che ſi terminano nella cima della
Torre. E che s’incontrino in A, è manifeſto, perche li due
angoli AOI, AON ſon vguali à due retti (per la 13. del
lib. 1.) l’angolo AIO è minore dell’angolo AON, per la con.
ſtruttione, dunque li due AIO, AOI ſon minori di due retti;
dunque quelle due linee ſon conuergenti, e da quella parte
s’incontrano; e ciò ſi fà in A. Se dunque dal punto A, ſopra
la linea IN parallela all’Orizonte, ſi tirarà la perpendicola-
re AN, queſta ſarà l’altezza della Torre ſopra l’altezza dell’
occhio dell’oſſeruatore, la quale ponendoſi IS, ò la ſua vgua-
le OR, ſarà tutta l’altezza della Tore AL, e la ſua diſtanza
ſarà ON, cioè RL.
dal puuto I ſi tiri vn’altra linea parimenti indefinita, mà che
faccia in I l’angolo vguale all’angolo CMH, che è il minore
delli due oſſeruati. Dipoi nella IN pigliſi il punto O arbi-
trariamente, e ſi faccia in O vn’altr’angolo vguale all’ angolo
BMH, che è il maggiore delli due oſſeruati. Et in tal manie-
ra IO rappreſenta la diſtanza delli due luoghi dell’ oſſerua-
tione; ele due linee OA, IA, che s’incontrano in A, rappre-
ſentano li due raggiviſuali, che ſi terminano nella cima della
Torre. E che s’incontrino in A, è manifeſto, perche li due
angoli AOI, AON ſon vguali à due retti (per la 13. del
lib. 1.) l’angolo AIO è minore dell’angolo AON, per la con.
ſtruttione, dunque li due AIO, AOI ſon minori di due retti;
dunque quelle due linee ſon conuergenti, e da quella parte
s’incontrano; e ciò ſi fà in A. Se dunque dal punto A, ſopra
la linea IN parallela all’Orizonte, ſi tirarà la perpendicola-
re AN, queſta ſarà l’altezza della Torre ſopra l’altezza dell’
occhio dell’oſſeruatore, la quale ponendoſi IS, ò la ſua vgua-
le OR, ſarà tutta l’altezza della Tore AL, e la ſua diſtanza
ſarà ON, cioè RL.
Ora portando ſopra dello Stromento la linea IO come
100, trouo per la queſtione precedente, che AN è 374, &
ON 328. Sì che eſſendo nota la diſtanza de’ due luoghi dell’
oſſeruationi per cagion d’eſſempio di paſſi 18, trouo, che
100, trouo per la queſtione precedente, che AN è 374, &
ON 328. Sì che eſſendo nota la diſtanza de’ due luoghi dell’
oſſeruationi per cagion d’eſſempio di paſſi 18, trouo, che