tacoli, torri, borghi, hospitij, ricettacoli,
luoghi, immagini e castelli: e dividono qualunque cerchio per due punti
opposti, e tutto ‘l Cielo e tutta la macchina del Mondo in dodici parti; di
maniera che ciò che è nel Mondo si ritruovi in alcuna di queste parti dette
case. </s>
<s>Tal che ‘l primo modo si vedrà descrivendo due circonferenze concentriche, e
dividendole in XII parti uguali: overo descrivendo la Sfera e costituito
l’Equinottiale, i poli e l’asse: e formandovi sei cerchij che si taglino ne’
poli e dividino in XII parti il cerchio Equinottiale. </s>
<s>Il 2° modo risolve tutta la disposition del Cielo in un quadrato, dividendo
ciascun de’ suoi lati in tre parti uguali; onde congiognendo tutti i punti
della divisione tutta l’area del quadrato vien divisa in nove quadrati
uguali e divisi i quadrati che son negli angoli della figura col mezzo del
diametro tosto apparisce la division di tutto ‘l cielo in XII parti intorno
al quadrato di mezzo. </s>
<s>Quattro delle quali opposte per diritto formano una croce, e si appellano
cardini overo angoli, cioè la I. la IIII. la VII. e la X. e le otto parti
rimanenti sono otto triangoli, che raffigurano la II. la III. la V. la VI.
l’VIII. la IX. l’XI. e la XII. parte del Cielo. </s>
<s>Il terzo modo si è quando si formano due quadrati, uno dentro all’altro, un
maggiore e l’altro minore, ed un altro quadrato, i cui lati toccando gli
angoli del quadrato minore, formino gli angoli nel mezzo de’ lati del
maggiore, dividendosi ciascun lato in due parti uguali: e tirati i diametri
del maggiore, apparisce tutta la
<lb/>
//
<lb/>
figura divisa in XII triangoli
posti intorno al quadrato minore, i quali corrispondono alle XII parti del
Cielo. </s>
<s>Di modo che qualunque sia di queste divisioni, che rappresenti ‘n che maniera
sia disposta la figura del Cielo non si può formar senza cagionar angoli
diversi; poiché quindi apparisce risolversi il Cielo in XII. parti
raffigurate da altretante figure angolari. </s>
<s>E per qual cagione Marsilio Ficino nel cap. 12 sopra ‘l Timeo di Paltone
ragionando de’ corpi celesti, disse che in maniera concorreno che insieme
nascono o veramente quasi per linea perpendicolare si congiongano, come si
può vedere ancho appo Girolamo Fracastoro nel cap. 21° dell’ Homocentrica,
se non perde dalla cognition degli angoli haveva già ritratta la notitia di
tal cagionamento? Che non poteva la congiuntione in modo alcuno farsi per
linea perpendicolare senza gli angoli perciochè (sì come è manifesto per la
Geometria) non è linea alcuna che si possa chiamar perpendicolare senza
formar angoli da ogni banda, cadendo sopra altra linea. </s>
<s>E se riguardiamo alla Sfera materiale, la quale corrisponde alla naturale,
noi vedremo chiarissimamente, in fra ‘tagliamenti de’ cerchij maggiori e de’
minori, adoperarsi l’uso degli angoli. </s>
<s>Perciochè, osservando noi i cerchi maggiori vediamo il Meridiano e
l’Orizzonte tagliarsi ad angoli retti, stando la Sfera retta, ne’ poli del
Mondo; e nel ponto Verticale appellato Zenit, cadente sopra ‘l nostro capo:
e in uno stesso tempo amendue tagliare l’Equinottiale pur ancho ad angoli
retti. </s>