gli angoli anchora si cagionino l’ugualità
e le disuguaglianze de’ giorni. </s>
<s>E se è lecito dalle celesti Sfere trapassar scendendo al globo della terra,
riputata consorte del Cielo da Leone Helode, nel 2° Dialogo d’Amore, potremo
dire che ‘quattro cerchij che la dividono in cinque zone, ciò sono i due
cerchietti, Artico e Antartico: e’ due Tropici del Cancro e del Capricorno;
formano nella circonferenza della terra angoli retti sferali, nella stessa
guisa che ne’ cerchij Celesti per la Commune proportione che è fra ‘
cerchijj che sono intorno al medesimo centro. </s>
<s>Il che avviene come nel divider in quarte o in quadrati ‘l Cielo e la Terra;
là dove essendo il quadrante della Terra al quadrante del Cielo simile e
proportionale, e l’angolo che si fa nel quadrante di amendue havendo
proportione, ansi essendo uguale, segue che ‘l cerchio della Terra contenuto
da quello del Cielo sia proportionato e simile al cerchio del Cielo,suo
continente, sì come si dimostra dal Glareano nel 12° cap. della Geografia,
di modo che e la Terra el Cielo parimente si divide in quattro parti. </s>
<s>Così i detti quattro cerchij che dividono il cielo in cinque parti dividono
ancho la Terra in altretante, contenute sotto le dette portioni del Cielo, e
a esse proportionali e simili. </s>
<s>E come nella circonferenza celeste i detti cerchij formano angoli retti
sferali, così nella circonferenza terrena. </s>
<s>Ma poiché di sopra si è fatta mentione del Zenit, non si dee tralassare, che
anch’esso, essendo un punto collocato nella Sfera diritta, ne poli del
Mondo, da esso cade una linea perpendicolare sopra ‘l
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nostro
capo, overo in quella parte della superficie della Terra dove terminano i
piedi, onde essendo il nostro capo di figura sferica, ma alquanto più longa
che larga, sì come afferma Galeno nel cap. 17° del 9° lib. </s>
<s>Dell’uso delle parti e nel 1° cap. dove favella dell’ossa, e per la sperienza
si conferma: e la detta portione essendo parte della circonferenza della
terra, non può non produr angoli misti nello stesso contatto, sì come ancho
partendosi del concavo della Sfera. </s>
<s>Oltre acciò le dimostrationi sferiche, con le quali si pruovano le grandezze
degli archi massimi che si descrivono sopra i poli dell’equinottiale, i
quali son collocati fra esso e l’eclittica, mentre in esse si fa la
conferenza delle proportioni composte delle linee, non si fanno senza
formare angoli nelle descrittioni loro; poiché si ordinano producendo linee,
delle quali si compongano triangoli con lati proportionali, sì come si vede
appresso Tolomeo nel cap. 12° del primo lib. dell’Almagesto, là dove si
mostra la proportion d’una linea maggiore ad una minore, che è parte di
essa, esser composta delle proportioni delle linee minori alle parti loro,
la qual cosa concludendosi nelle linee si conlcuderà anchora negli angoli e
negli spatij triangolari contenuti da esse. </s>
<s>Il che è quasi lo stesso che quel che afferma de’ triangoli Euclide nella
quarta del primo, che non vi è altra differenza che dall’esser uguale
all’esser proportionale. </s>
<s>Come se dicessimo: se due triangoli hanno due lati proportionali a due lati,
e un angolo proportionale a un angolo contenuto da linee rette
proportionali; haveranno ancho la base proportionale alla </s>