Angeli, Stefano degli, Terze considerationi sopra una lettera di Gio. Alfonso Borelli, scritta da questi in replica di alcune dottrine incidentemente tocche

Page concordance

< >
Scan Original
41 29
42 30
43 31
44 32
45 33
46 34
47 35
48 36
49 37
50 38
51 39
52 40
53 41
54 42
55 43
56 44
57 45
58 46
59
60
61
62
63
64
< >
page |< < (33) of 65 > >|
4533 ſopra la ſommità della torre la vertigine diurna non
è ſufficiente à eſtruderlo da ſe;
ma venga ſeparato
dalla torre, e ſia _ſui iuris_, all´hora l´empito circolare
degenererà in rettilineo equabile fatto per la tan-
gente.
Così credo egli intendere mentre dice di ſo-
pra maniſeſtamente muouerſi per la tangente _qua-_
_lunque volta accada, che il mobile ſi ſpicchi dalla detta cir-_
_conferenza_.
Matt. Queſta Sig. Ofreddi è vna acutiſſima ſotti-
gliezza, e tanto acuta, che tengo di certo che ſi ſpun-
terà.
Mi riſponda in gratia. Perche appoggiata
quanto debolmente lei vuole la pietra, per eſſempio,
ſopra la ſommità della torre, e moſſa per falſa ipoteſi
la Terra con la reuolution diurna, queſta quantun-
que tanto veloce non l´eſtrude?
Ofred. Perche la grauità propria l´inclina al mo-
to verſo il centro, onde contraſtando queſto momen-
to con la velocità diurna viene queſta ſuperata da
quello;
e così la pietra è trattenuta ſopra la ſommi-
tà della torre, come beniſſimo dimoſtra il Galileo
nel citato luogo.
Matt. Beniſſimo; mi dica di nuouo. Supponia-
mo che la pietra ſia ſeparata dalla torre, l´empito
proueniente dalla velocità diurna ſi accreſce in eſſa.
Ofred. Signor nò. Se non ſi ſcema come diciamo
noi, almeno ſi conſerua il medeſimo in ſentenza del
Sig.
Borelli, ſolo ſi muta di circolare in rettilineo per
la tangente.

Text layer

  • Dictionary

Text normalization

  • Original

Search


  • Exact
  • All forms
  • Fulltext index
  • Morphological index