4741PRIMO.
_nis?_
Ecco adunque che il Guldino dubita, ò per meglio dire
penſa, che la maggior leggierezza nel recipiente euacuato,
che pieno, naſca, non dall’aſſenza dell’aria eſtratta, ma dalla
maggior leggierezza poſitiua dell’aria rachiuſa nel vaſo, aſ-
ſai più leggiera della comune.
penſa, che la maggior leggierezza nel recipiente euacuato,
che pieno, naſca, non dall’aſſenza dell’aria eſtratta, ma dalla
maggior leggierezza poſitiua dell’aria rachiuſa nel vaſo, aſ-
ſai più leggiera della comune.
Non sò poi vedere come con verità inferiſca quanto ſoggiun-
ge. _Ex quo illud vnum conficitur, quod vltro dò, aerem ſcilicet no-_
_ſtrum futurum grauem, ſi phialæ incluſus trasfereretur in aerem ra-_
_riſſimum & in eodem medio eſſet æquipodium, quo aeris communis_
_grauitas exploraretur_.
ge. _Ex quo illud vnum conficitur, quod vltro dò, aerem ſcilicet no-_
_ſtrum futurum grauem, ſi phialæ incluſus trasfereretur in aerem ra-_
_riſſimum & in eodem medio eſſet æquipodium, quo aeris communis_
_grauitas exploraretur_.
_Ofred_.
Tutta queſta dottrina mi par veriſſima, ma non già ſola;
poiche anco è vero, che la noſtra aria grauita, ein vna ſimi-
le ad eſſa, e in vna più graue. Nella più leggiera, qual foſſe
quella del recipiente, ſarebbe anco tanto graue, che diſcen-
derebbe.
poiche anco è vero, che la noſtra aria grauita, ein vna ſimi-
le ad eſſa, e in vna più graue. Nella più leggiera, qual foſſe
quella del recipiente, ſarebbe anco tanto graue, che diſcen-
derebbe.
_Matem_.
Non credo adunque che habbia ragione di dire con tan-
ta certezza, & aſſeueranza a carte 171. _Hoc itaque experimento_
_non ſatis probari noſtri aeris grauitatem abſolutè, mibi certiſſimũ eſt_.
ta certezza, & aſſeueranza a carte 171. _Hoc itaque experimento_
_non ſatis probari noſtri aeris grauitatem abſolutè, mibi certiſſimũ eſt_.
_Ofred_.
Hà fatto bene a poner quel _mihi_, perche a noi certo non
è così.
è così.
_Matem_.
Ne meno parmi, che habbia ragione di replicare.
_Sed_
_illud vnum ex inæquali Recipientis pondere ante, ac poſt aeris extra-_
_ctionem vi anthliæ, confici poteſt, quod non inficior, ſcilicet cõmunem_
_hunc nostrum aerem in aere alio magis raro grauitare poſſe_. Perche
grauita, e nel più raro, e nel raro egualmente, e nel più den-
ſo; ſe bene poi non pregrauita, e diſcende che nel primo. Ma
fà tardi da douero. Andiamo adunque, con laſciar la buona
notte al Sig. Conte, a ca ſa. Dimani voglio che ritorniamo
quà, ſe però così li piace, perche non hò fornito di dire
quanto haueuo in animo ſopra le preſſioni de liquidi.
_illud vnum ex inæquali Recipientis pondere ante, ac poſt aeris extra-_
_ctionem vi anthliæ, confici poteſt, quod non inficior, ſcilicet cõmunem_
_hunc nostrum aerem in aere alio magis raro grauitare poſſe_. Perche
grauita, e nel più raro, e nel raro egualmente, e nel più den-
ſo; ſe bene poi non pregrauita, e diſcende che nel primo. Ma
fà tardi da douero. Andiamo adunque, con laſciar la buona
notte al Sig. Conte, a ca ſa. Dimani voglio che ritorniamo
quà, ſe però così li piace, perche non hò fornito di dire
quanto haueuo in animo ſopra le preſſioni de liquidi.
_Ofred_.
Non parta di caſa ſenza me, che ſarò a leuarla.
Fine del Primo Dialogo.