Angeli, Stefano degli, Terze considerationi sopra una lettera di Gio. Alfonso Borelli, scritta da questi in replica di alcune dottrine incidentemente tocche

Page concordance

< >
Scan Original
41 29
42 30
43 31
44 32
45 33
46 34
47 35
48 36
49 37
50 38
51 39
52 40
53 41
54 42
55 43
56 44
57 45
58 46
59
60
61
62
63
64
< >
page |< < (36) of 65 > >|
4836 lerità ſi reducono verſo il centro quanto meno ſono
graui;
e ciò non per altro, ſe non perche non eſſen-
do queſte capaci di quell´empito con cui ſi muouo-
no le parti eſtreme per la loro poca grauità, ſi redu-
cono à quelle parti della ruota, che girano conmeno
empito.
Se adunque tanto à proportione ſono me-
no capaci di eſtruſione, e giro le coſe quanto meno
ſono graui, ſe totalmente fingeremo remoſſa la gra-
uità dalla pietra queſta ſarà totalmente incapace di
giro, e di eſtruſione, e così non ſi muouerà per la
tangente.
Ofred. Mà la fintione del Sig. Borelli ſi riduce à
queſto, come ſegue à dire, che quando vn mobile
viene ſpinto da diuerſe virtù motiue, ciaſcuna fà il
ſuo vfficio, non impedendo vna l´operatione dell´al-
tra, &
c.
Matt. Conceſſa queſta dottrina al Sig. Borelli non
credo, che ſi poſſa altro dedure ſe non che girando il
ſaſſo nella ſommità della torre con la reuolution
diurna, e ſoprauenendo il moto all´ingiù queſto non
impediſca quello, ſi che per queſto capo ſeguiti a
muouerſi con la medeſima velocità circolare, la qua-
le ſi come prima del moto diſcẽſiuo moueua in giro,
così dopò la giunta di queſto ſeguiti à muouer in
giro.
Ma perche la diſceſa auicina il graue ſempre
più, e più al centro, e lo conſtringe vrtare in parti
del mezo moſſe con minor, e minor velocità, &
in
conſeguenza più reſiſtenti, e rintuzanti il moto

Text layer

  • Dictionary

Text normalization

  • Original

Search


  • Exact
  • All forms
  • Fulltext index
  • Morphological index