4844DELLA ARCHITETTVRA
Quali legnami ſieno piu commodi alle fabbriche delli edificij, & quale ſia la loro Natura,
la loro V tilit à, & come ſi debbino mettere in uſo, & a qual parte dell' edificio ciaſcuno
ſia piu atto. Cap. V I.
la loro V tilit à, & come ſi debbino mettere in uſo, & a qual parte dell' edificio ciaſcuno
ſia piu atto. Cap. V I.
TEoſraſto ſi penſa che i legnami non ſiano ben ſecchi da farne Aſſe, &
maſſi
115 mo per Porte, innãzi a tre anni. Alleopere de gli edificij eſtimaron que
ſti alberi cõmodiſsimi. Il Cerro, la Quercia, la Rouere, la Iſchia, l' Albe-
ro, il Tiglio, il Salicone, l'Ontano, il Fraſsino, il Pino, l'Arcipreſſo, l'Vliuo ſalua-
tico, & domeſtico, il Caſtagno, il Larice, il Boſſclo, e'l Cedro, & l'Ebano ancora,
& altresì la Vite; Ma tutti queſti hãno uaria natura, però ſi debbono accõmoda
2210 re a uarij uſi. Percioche alcuni ſono piu de glialtri migliori a ſtare allo ſcoper
to; alcuni ſi mantengono piu al coperto; altri ſi fanno belli dell'aria; altri diuen-
tan ſempre piu duri nelle acque; & ſotterrati ſon eterni; & per queſto alcuniſon
buoni per tauole ſottili, & perle ſculture, & opere de legnaiuoli; alcuni altri per
correnti, & traui: altri a reggere Terrazzi ſcoperti, o Tetti ſon piu ſaldi: & l'On-
3315 tano per palaſitte da farſi per fondamẽti in fiumi, o in pantani, ſoprauanza ogni
altro albero, & ſopporta patientemente l'humore, & il medeſimo all' Aria, o al
Sole nõ dura. Per l'oppoſito la Iſchia è impatientiſsima dell'humore. L'Ol-
mo all' Aria, & allo ſcoperto ſi raſſoda tuttauia; altroue, ſi apre & non dura. La
Picea, & il Pino, ſe ſi ſotterrano, ſono eterni. Ma la Rouere per eſſere ſpeſſa, &
4420 neruoſa, & ſerrata, & piena di piccioliſsimi fori, che non riceuono l'humore, è at
tiſsima a qual tu ti uoglia ſotterraneo edificio; & commoda a reggere grandiſsi-
mi peſi; & quaſi colonna ualidiſsima. Ma hauendo la Natura datoli tanta du-
rezza, ch'ella non ſi poſſa forare, ſenon bagnata; Affermano nientedimãco, che
ſopra terra, ella è inconſtante, & diuenta ritroſa, & ſi torce, & la medeſima facil-
5525 mente ſi corrompe dalle acque del Mare. Ilche nè allo Vliuo, nè al Leccio, nè
all'Vliuo ſaluatico, che nelle altre coſe conuengono con la Rouere, non accade,
che nelle acque ſi macerino. La Quercia non ſi conſuma mai per uecchiaia,
perche ella è di dentro ſugoſa, & quali come ſe ella fuſſe uerde. Il Faggio me-
deſimamente, & il Caſtagno non ſi corrompono dalle acque, & annoueranli in
6630 fra gli primi Alberi, che ſi ſotterrano. Il Sugero ancora, a ſeruire per colõne,
& il Pino ſaluatico, & il Moro, & l'Acero, & l'Olmo, non ſono diſutili. Teofra
ſto penſa che il Noce di Negroponte, ſia alle Trauate, & a correntami utile, per-
cioche auanti ch'egli ſi rompa, ne fa ſegno con ilſuono, & che però già nel ba-
gno di Andro auenne, che tutti coloro, che uiſi trouarono, ſuggirono a ſaluamẽ
7735 to, dalla ſoprauenẽte rouina detetti. Ma l'Abeto è piu di tutti gli altri miglio-
re: Percioche eſſendo eſſo, & per grandezza, & per groſſezza infra primi Albe-
ri, da un ſuo naturale rigore contenuto, non ſi piega coſi facilmente ſotto i peſi,
che gli ſtan ſopra, ma ſtà diritto, & ſenza laſciarſi uincere. Aggiugni ch'egli è
ageuole, & con il ſuo peſo, non è poi moleſto ſopra le mura; a queſto ſolo ſi at-
8840 tribuiſcon grandiſsime lodi, & dicono, c@e preſta di ſe grandiſsime utilitadi; niẽ
tedimanco, non niegano ch'egli ha uno difetto, cioè che facilmente è ſottopo-
ſto allo ardere, & offeſo grandemente da i fuochi. A queſto non ſi poſpone
nel fare i palchi delli edificij l'Arcipreſſo@, albero per certo di ſorte, che
115 mo per Porte, innãzi a tre anni. Alleopere de gli edificij eſtimaron que
ſti alberi cõmodiſsimi. Il Cerro, la Quercia, la Rouere, la Iſchia, l' Albe-
ro, il Tiglio, il Salicone, l'Ontano, il Fraſsino, il Pino, l'Arcipreſſo, l'Vliuo ſalua-
tico, & domeſtico, il Caſtagno, il Larice, il Boſſclo, e'l Cedro, & l'Ebano ancora,
& altresì la Vite; Ma tutti queſti hãno uaria natura, però ſi debbono accõmoda
2210 re a uarij uſi. Percioche alcuni ſono piu de glialtri migliori a ſtare allo ſcoper
to; alcuni ſi mantengono piu al coperto; altri ſi fanno belli dell'aria; altri diuen-
tan ſempre piu duri nelle acque; & ſotterrati ſon eterni; & per queſto alcuniſon
buoni per tauole ſottili, & perle ſculture, & opere de legnaiuoli; alcuni altri per
correnti, & traui: altri a reggere Terrazzi ſcoperti, o Tetti ſon piu ſaldi: & l'On-
3315 tano per palaſitte da farſi per fondamẽti in fiumi, o in pantani, ſoprauanza ogni
altro albero, & ſopporta patientemente l'humore, & il medeſimo all' Aria, o al
Sole nõ dura. Per l'oppoſito la Iſchia è impatientiſsima dell'humore. L'Ol-
mo all' Aria, & allo ſcoperto ſi raſſoda tuttauia; altroue, ſi apre & non dura. La
Picea, & il Pino, ſe ſi ſotterrano, ſono eterni. Ma la Rouere per eſſere ſpeſſa, &
4420 neruoſa, & ſerrata, & piena di piccioliſsimi fori, che non riceuono l'humore, è at
tiſsima a qual tu ti uoglia ſotterraneo edificio; & commoda a reggere grandiſsi-
mi peſi; & quaſi colonna ualidiſsima. Ma hauendo la Natura datoli tanta du-
rezza, ch'ella non ſi poſſa forare, ſenon bagnata; Affermano nientedimãco, che
ſopra terra, ella è inconſtante, & diuenta ritroſa, & ſi torce, & la medeſima facil-
5525 mente ſi corrompe dalle acque del Mare. Ilche nè allo Vliuo, nè al Leccio, nè
all'Vliuo ſaluatico, che nelle altre coſe conuengono con la Rouere, non accade,
che nelle acque ſi macerino. La Quercia non ſi conſuma mai per uecchiaia,
perche ella è di dentro ſugoſa, & quali come ſe ella fuſſe uerde. Il Faggio me-
deſimamente, & il Caſtagno non ſi corrompono dalle acque, & annoueranli in
6630 fra gli primi Alberi, che ſi ſotterrano. Il Sugero ancora, a ſeruire per colõne,
& il Pino ſaluatico, & il Moro, & l'Acero, & l'Olmo, non ſono diſutili. Teofra
ſto penſa che il Noce di Negroponte, ſia alle Trauate, & a correntami utile, per-
cioche auanti ch'egli ſi rompa, ne fa ſegno con ilſuono, & che però già nel ba-
gno di Andro auenne, che tutti coloro, che uiſi trouarono, ſuggirono a ſaluamẽ
7735 to, dalla ſoprauenẽte rouina detetti. Ma l'Abeto è piu di tutti gli altri miglio-
re: Percioche eſſendo eſſo, & per grandezza, & per groſſezza infra primi Albe-
ri, da un ſuo naturale rigore contenuto, non ſi piega coſi facilmente ſotto i peſi,
che gli ſtan ſopra, ma ſtà diritto, & ſenza laſciarſi uincere. Aggiugni ch'egli è
ageuole, & con il ſuo peſo, non è poi moleſto ſopra le mura; a queſto ſolo ſi at-
8840 tribuiſcon grandiſsime lodi, & dicono, c@e preſta di ſe grandiſsime utilitadi; niẽ
tedimanco, non niegano ch'egli ha uno difetto, cioè che facilmente è ſottopo-
ſto allo ardere, & offeſo grandemente da i fuochi. A queſto non ſi poſpone
nel fare i palchi delli edificij l'Arcipreſſo@, albero per certo di ſorte, che