Cambiagi, Gaetano, L'antiquario fiorentino o sia Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze , 1781

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1 ragguardevole, non meno per la ſtruttura
di finiſſimi marmi, de' quali fino al pavi-
mento è ricoperta, quanto per varj orna-
menti di Statue, e di Pitture, che nobil-
mente l'adornano.
La Tavola dell'Altare
rappreſentante l'ultima Cena è opera di San-
ti di Tito, la Storia della Manna è del Paſſi-
gnano; di Iacopo da Empoli è il Sagrifi-
zio di Abramo.
Il ſaziar delle Turbe nel
Deſerto, e la Cena d'Emaus ſono del Cav.
Curradi; e S. Paolo che riſuſcita un Fan-
ciullo è del Biliverti.
La volta è di Ber-
nardino Poccetti, e ancora i Santi dipinti
a freſco tramezzo a detti quadri in otto
nicchie: nell'altre quattro vi ſono gli Evan-
geliſti di marmo, che due ſono di Lodo-
vico Salvetti, e i due dall'Altare del Pie-
ratti.
Dopo la quale ſegue la belliſſima
Cappella di S. Antonino Arciveſcovo di Fi-
renze fatta fabbricare con ſomma magni-
ficenza da Averardo, e da Antonio Salvia-
ti.
Ella è tutta di marmi nobilmente la-
vorati col diſegno di Giovanni Bologna.

Tre belle Tavole di Pittori eccellenti ne
adornano vagamente le tre facciate; quella
di mezzo è opera d'Aleſſandro Allori,
quella che rappreſenta il Lebbroſo riſa-
nato in cornu Evangelii è di Franceſco

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