Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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Noi crediamo che queste cose il Sinclaro le dica in buona fede, e forse
nella remota Scozia non era veramente ancora approdata la notizia di quelle
scoperte, che il buon professor di Glascovia si lusingava di presentare egli
al mondo come primizia.
Ma l'esperienza sul Puy De Domme fu dalla fama
tanto largamente diffusa, che par impossibile non ne penetrasse il suono
anco attraverso alle montagne Scozzesi, e il Boyle, ne'suoi Nuovi experi­
menti, cioè dieci anni prima che fosse pubblicata l'Ars Magna, aveva in­
differentemente chiamato Baroscopio e Barometro lo strumento torricelliano.
Non volendo però disputar sui nomi, e lasciando liberamento al Vossio
chiamarlo Aeroscopio, al Sinelario Baroscopio, al Boyle Barometro, è un fatto
che il celebre strumento alle mani di tutti questi osservatori, non eccettuato
il Sinclaro, che lo trasportò non solamente sulle alture de'monti, ma nelle
profondità delle miniere e de'mari; si trova esser composto ancora di quella
canna di vetro e di quella catinella d'immersione, che servì alla prima espe­
rienza del Torricelli.
Ma questo apparecchio torricelliano non era con troppa facilità traspor­
tabile, e nè perciò riuscivano comparabili le osservazioni fatte in luoghi di­
versi.
Quanto alla comodità sarebbesi senza dubbio, assai meglio prestato
quel semplice tubo, senza catinella d'immersione, che ci descrive il Viviani
ne'suoi manoscritti (Gal.
Disc., T. CXXXII, c. 113) e che poi il Borelli pub­
blicò nel Trattato De motion. naturalibus. “ Idipsum nostrae fistulae di­
rectae in aere constitutae adaptari potest, sitque illa AC (fig.
45) duorum
53[Figure 53]
Figura 45.
cubitorum, habeatque orificium C insignis exiguitatis, re­
pleaturque mercurio, deorsumque invertatur in aere libero
(non enim necesse est ut os C intra scutellam mercurii
plenam infundatur, quando valde stricta est os eius C)
tunc ab infimo orificio C mercurius in aere profluet, quou­
sque altitudo CB fuerit unius cubiti, et quadrantis pro­
xime ” (Regio Julio, 1670, pag.
214). Un tale strumento
però non era applicabile che a sola la misura della discesa
del livello del mercurio, via via che l'aria esterna rimette
della sua pressione.
Il Borelli stesso aveva immaginato un altro Baro­
metro semplicissimo, comodo quanto quello ora descritto,
perchè composto anch'esso di un solo tubo di vetro, e atto ugualmente a
misurar le pressioni ammosferiche ne'loro accessi e ne'loro recessi.
A mezzo
il tubo era insinuata una gocciola di mercurio, che serviva per indice della
54[Figure 54]
Figura 46.
scala, e il tubo stesso tenevasi non eretto
verticalmente ma in posizione orizzon­
tale L'inventore stesso, ne descrive così
la forma e l'uso: “ Sia il cilindro sot­
tilissimo di cristallo serrato estremamente in B (fig.
46) ed aperto in A: si
metta in esso una minuta gocciola di argento vivo, e si spinga verso il
fondo B, come in C.
Questo si faccia al fondo di una torre dalla cima della,

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