4925LIBRO I.
niſſimo intendimento, il qual può mancare all
eſprimentatore, che poco della ragione, e quaſi
ſolo ſi ſerve degli occhi e della niano. Io non
avrei creduto, diſſe allora il Signor Marcheſe,
che doveſſe eſſere tanto difficile il conoſcer l’ ef-
fetto di una cauſa; potendoſi, ſecondo che a me
pare, facilmente avvertire, che coſa ſia quello,
che ſegue poſta l’ azion della cauſa, e che non
ſeguirebbe non poſta quella tale azione. Voi di-
reſte vero, riſpoſi io, ſe egli baſtaſſe avvertir ciò;
ma a mio giudizio non baſta; poichè come l’ ef-
fetto ſi pon dalla cauſa, così toſto molte proprie-
tà, e modi, e qualltà, e relazioni, et affezioni lo ſe-
guono, le quali dai più ſemplici ſi prendono tal-
volta come effetti, ne però debbono dirſi effetti,
ne ſono; perciocchè l’ azion della cauſa non ha
in eſſe parte alcuna, ma l’ effetto, così come è
prodotto, ſe le trae dietro egli ſteſſo da ſe e per
natura ſua. Un’ artefice commette inſieme tre li-
nee, ponendole di maniera, che chiudano uno
ſpazio: qual direte voi, che ſia l’ effetto dell’ a-
zione di quell’ artefice? La poſizione, diſſe il Si-
gnor Marcheſe, di quelle tre linee. Nulla più?
domanda’ io; riſpoſe il Signor Marcheſe, null’
altro; certo a me pare che l’ artefice null’ altro
faccia. Ma pure, ripiglia’ io, voi vedete, che eſ.
ſendo quelle tre linee poſte in quel tal modo, ne
ſeguon tre angoli, e queſti eguali a due angoli
retti. Non vi par dunque, che l’ artefice oltre
il produrre la poſizion delle linee, debba
eſprimentatore, che poco della ragione, e quaſi
ſolo ſi ſerve degli occhi e della niano. Io non
avrei creduto, diſſe allora il Signor Marcheſe,
che doveſſe eſſere tanto difficile il conoſcer l’ ef-
fetto di una cauſa; potendoſi, ſecondo che a me
pare, facilmente avvertire, che coſa ſia quello,
che ſegue poſta l’ azion della cauſa, e che non
ſeguirebbe non poſta quella tale azione. Voi di-
reſte vero, riſpoſi io, ſe egli baſtaſſe avvertir ciò;
ma a mio giudizio non baſta; poichè come l’ ef-
fetto ſi pon dalla cauſa, così toſto molte proprie-
tà, e modi, e qualltà, e relazioni, et affezioni lo ſe-
guono, le quali dai più ſemplici ſi prendono tal-
volta come effetti, ne però debbono dirſi effetti,
ne ſono; perciocchè l’ azion della cauſa non ha
in eſſe parte alcuna, ma l’ effetto, così come è
prodotto, ſe le trae dietro egli ſteſſo da ſe e per
natura ſua. Un’ artefice commette inſieme tre li-
nee, ponendole di maniera, che chiudano uno
ſpazio: qual direte voi, che ſia l’ effetto dell’ a-
zione di quell’ artefice? La poſizione, diſſe il Si-
gnor Marcheſe, di quelle tre linee. Nulla più?
domanda’ io; riſpoſe il Signor Marcheſe, null’
altro; certo a me pare che l’ artefice null’ altro
faccia. Ma pure, ripiglia’ io, voi vedete, che eſ.
ſendo quelle tre linee poſte in quel tal modo, ne
ſeguon tre angoli, e queſti eguali a due angoli
retti. Non vi par dunque, che l’ artefice oltre
il produrre la poſizion delle linee, debba