1ſti penſieri, & tratenimenti di Voſtra Eccellenza poteſ
ſero lei eſlere principaliſſima cagione: percioche ſe be
ne l'Illuſtriſſimo Signore il Duca ſuo padre ha gia fat
to quanto ſia ſtato poſſibile col fauorire ogni maniera
di virtuoſi, & con l'ordinare diuerſi magiſtrati, accio
che col mezo de'Filoſofi, & de'Mathematici ſi poſſa
ornare, & in molti auenimenti coſi de'coſtumi, come
d'altre parti, rendere ogni hora piu perfetta queſta no
biliſſima Città; vi reſtano tuttauia molte coſe, le quali
ſon ſicuro, che a poco a poco venendo opportunamen
te in iuce con la forza d'ambedue VV.EE. inſieme la
faranno piu preſto degna d'inuidia appreſſo delle mag
giori Città d'Italia, che ella ſia per hauere giuſta ca
gione d'inuidiare veruna buona conditione a qual ſi
voglia de gli ſtati de gli altri Principi. Il che tanto piu
fermamente ſi dè aſpettare, quanto per eſſere homai
dalla loro incomparabile prudenza ributtati tutti li col
pi dell'auerſa fortuna, che ſi lungamente, & non mai
meriteuolmente ha trauagliata queſta ſua Illuſtriſſi ma
caſa: & eſſendoui le fondamenta ſtabiliſſime del ſan
gue reale del grandiſſimo Re FILIPPO, col quale
doppiamente ſono congiunte, & incorporate; è da te
nere per certiſſimo, che non piu gli animi loro ſaran
no diuertiti in altri piu importanti, & graui penſieri;
& attenderanno con piu libera mente (benche ſecon
do che ha ſupportato il tempo non habbiano manca
to ſino ad hora) alla buona cura, & all'ottimo gouer
no de gli ſtati loro. Per le quali cagioni, & per mol
te altre per hora tralaſciate; io, che quale io mi ſia,
molto tempo ha ſono diuotiſſimo ſeruidore dell'Illu
ſtriſſimò Signore il Duca ſuo padre, ſono gia anco di
uenuto affettionatiſſimo a V. Ecc. Et perche io deſi
dero con qualche ſegno di ſincera, & non adulatoria
riuerenza baciarle humilmente le mani, & offerirmele
per ſeruidore in quanto s'eſtenderanno le deboli forze
mie; le mando hora queſto ſaggio di qualchuna di
quelle opere, che poſſono naſcere col mezo mio a be-
ſero lei eſlere principaliſſima cagione: percioche ſe be
ne l'Illuſtriſſimo Signore il Duca ſuo padre ha gia fat
to quanto ſia ſtato poſſibile col fauorire ogni maniera
di virtuoſi, & con l'ordinare diuerſi magiſtrati, accio
che col mezo de'Filoſofi, & de'Mathematici ſi poſſa
ornare, & in molti auenimenti coſi de'coſtumi, come
d'altre parti, rendere ogni hora piu perfetta queſta no
biliſſima Città; vi reſtano tuttauia molte coſe, le quali
ſon ſicuro, che a poco a poco venendo opportunamen
te in iuce con la forza d'ambedue VV.EE. inſieme la
faranno piu preſto degna d'inuidia appreſſo delle mag
giori Città d'Italia, che ella ſia per hauere giuſta ca
gione d'inuidiare veruna buona conditione a qual ſi
voglia de gli ſtati de gli altri Principi. Il che tanto piu
fermamente ſi dè aſpettare, quanto per eſſere homai
dalla loro incomparabile prudenza ributtati tutti li col
pi dell'auerſa fortuna, che ſi lungamente, & non mai
meriteuolmente ha trauagliata queſta ſua Illuſtriſſi ma
caſa: & eſſendoui le fondamenta ſtabiliſſime del ſan
gue reale del grandiſſimo Re FILIPPO, col quale
doppiamente ſono congiunte, & incorporate; è da te
nere per certiſſimo, che non piu gli animi loro ſaran
no diuertiti in altri piu importanti, & graui penſieri;
& attenderanno con piu libera mente (benche ſecon
do che ha ſupportato il tempo non habbiano manca
to ſino ad hora) alla buona cura, & all'ottimo gouer
no de gli ſtati loro. Per le quali cagioni, & per mol
te altre per hora tralaſciate; io, che quale io mi ſia,
molto tempo ha ſono diuotiſſimo ſeruidore dell'Illu
ſtriſſimò Signore il Duca ſuo padre, ſono gia anco di
uenuto affettionatiſſimo a V. Ecc. Et perche io deſi
dero con qualche ſegno di ſincera, & non adulatoria
riuerenza baciarle humilmente le mani, & offerirmele
per ſeruidore in quanto s'eſtenderanno le deboli forze
mie; le mando hora queſto ſaggio di qualchuna di
quelle opere, che poſſono naſcere col mezo mio a be-