1insegna il particolare essere incluso nell'universale che lo precede,
l'altro, tutt'al contrario, asserisce che il particolare precede all'uni
versale, il concetto di cui la mente sa formarselo da sè stessa. Ecco
quello che si può chiamare un indiarsi della ragione, la quale, come
fecondamente produce i concetti universali, per opera dialettica del
l'astrazione; così dà leggi ai particolari via via che occorra di rico
noscerli per la percezione de'sensi. Di qui è che il Filosofo intende
com'ad opera principale, a dar regole e a istituir precetti intorno
alla dialettica e alla rettorica, ed è riconosciuto da tutti per primo
inventore argutissimo del sillogismo. Che cos'è alle mani di Ari
stotile il sillogismo? È un artificio lusinghiero, per cui si dà a cre
dere con gran facilità che la conclusione derivi dalle premesse, non
per necessità logica, ma per sola opera dialettica della mente ragio
natrice. Perciò egli, nell'investigare le cause de'fatti naturali aborre
dalla troppa semplicità: quelle cause non son vere, per lui, se non
quando sieno state ritrovate da'più sottili e artificiosi ragionamenti.
Com'esempio di ciò può citarsi, dal libro delle Meteore, e da quello
dei Problemi, ciò che dice dell'origine delle fontane, ripudiando
l'opinion di coloro che riconoscevano quelle segrete origini dalli
stillicidii de'monti imbevuti delle nevi squagliate e delle pioggie
invernali. Attendendo poi bene, si trova non aver quel ripudio, nella
mente del Filosofo, altro motivo, se non per esser quella opinione
troppo ovvia e facile a ritrovar dagl'ingegni volgari. Chi svolge i
libri dello Stagirita s'abbatte frequentemente a trovar di ciò simili
altri esempi.
l'altro, tutt'al contrario, asserisce che il particolare precede all'uni
versale, il concetto di cui la mente sa formarselo da sè stessa. Ecco
quello che si può chiamare un indiarsi della ragione, la quale, come
fecondamente produce i concetti universali, per opera dialettica del
l'astrazione; così dà leggi ai particolari via via che occorra di rico
noscerli per la percezione de'sensi. Di qui è che il Filosofo intende
com'ad opera principale, a dar regole e a istituir precetti intorno
alla dialettica e alla rettorica, ed è riconosciuto da tutti per primo
inventore argutissimo del sillogismo. Che cos'è alle mani di Ari
stotile il sillogismo? È un artificio lusinghiero, per cui si dà a cre
dere con gran facilità che la conclusione derivi dalle premesse, non
per necessità logica, ma per sola opera dialettica della mente ragio
natrice. Perciò egli, nell'investigare le cause de'fatti naturali aborre
dalla troppa semplicità: quelle cause non son vere, per lui, se non
quando sieno state ritrovate da'più sottili e artificiosi ragionamenti.
Com'esempio di ciò può citarsi, dal libro delle Meteore, e da quello
dei Problemi, ciò che dice dell'origine delle fontane, ripudiando
l'opinion di coloro che riconoscevano quelle segrete origini dalli
stillicidii de'monti imbevuti delle nevi squagliate e delle pioggie
invernali. Attendendo poi bene, si trova non aver quel ripudio, nella
mente del Filosofo, altro motivo, se non per esser quella opinione
troppo ovvia e facile a ritrovar dagl'ingegni volgari. Chi svolge i
libri dello Stagirita s'abbatte frequentemente a trovar di ciò simili
altri esempi.
Platone aveva bandita aspra guerra ai sofisti, e nell'Eutidemo
svela i più intricati laberinti dei loro errori e gli sconfigge coll'arguta
ironia, che dardeggia dalle semichiuse labbra di Socrate. Nel Pro
tagora poi aveva già con pari arte eloquente, confutato il sensismo,
conchiudendo che, se regola del nostro conoscere sono i sensi, nulla
è più nel mondo d'immutabile e di vero. Ma Aristotele, benchè sia
sollecito di rimuover da sè la taccia d'essere incorso negli errori
di Protagora e di Eutidemo, è nonostante di fatto più sensista del
primo e più sofista del secondo, non consistendo bene spesso la sua
dialettica in altro, che in appuntar la freccia ai sofismi, ed essendo
i suoi libri fisici una continuata apoteosi dei sensi. Il discepolo in
somma professa apertamente dottrine, non solo diverse, ma tutt'af
fatto contrarie a quelle del suo maestro, e, in ordine al proposito
nostro, il succedersi dell'una scuola all'altra, segna nella storia
delle scienze sperimentali, un notabilissimo regresso.
svela i più intricati laberinti dei loro errori e gli sconfigge coll'arguta
ironia, che dardeggia dalle semichiuse labbra di Socrate. Nel Pro
tagora poi aveva già con pari arte eloquente, confutato il sensismo,
conchiudendo che, se regola del nostro conoscere sono i sensi, nulla
è più nel mondo d'immutabile e di vero. Ma Aristotele, benchè sia
sollecito di rimuover da sè la taccia d'essere incorso negli errori
di Protagora e di Eutidemo, è nonostante di fatto più sensista del
primo e più sofista del secondo, non consistendo bene spesso la sua
dialettica in altro, che in appuntar la freccia ai sofismi, ed essendo
i suoi libri fisici una continuata apoteosi dei sensi. Il discepolo in
somma professa apertamente dottrine, non solo diverse, ma tutt'af
fatto contrarie a quelle del suo maestro, e, in ordine al proposito
nostro, il succedersi dell'una scuola all'altra, segna nella storia
delle scienze sperimentali, un notabilissimo regresso.