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tio paſsato in vn ſecondo horario, e diuida il prodotto per
23367958. numero delli piedi dell´AF.
23367958. numero delli piedi dell´AF.
Ofred.
L´hò ſeruita.
Il quotiente è 12838.
ſaluo er-
rore.
rore.
Matt.
Mà noi ſi contentauamo adoprando il primo diui-
ſore, che foſse ſolo 11596.
ſore, che foſse ſolo 11596.
Ofred.
Tanto adunque, che lo ſpatio paſsato è tanto più
maggiore dell´FS, di quello che lo poneuamo, e cade più
giù verſo A, di 1242, di quello particole? Poſso bene con
maggior ragione eſclamare, mò che gran ſuario è que-
ſto.
maggiore dell´FS, di quello che lo poneuamo, e cade più
giù verſo A, di 1242, di quello particole? Poſso bene con
maggior ragione eſclamare, mò che gran ſuario è que-
ſto.
Cont.
Non hà però detto il Manfredile coſe ſopradctte,
perche penſaſse, che il quotiente doueſse eſser 53. Dice di
più, _che la quantità miſur at a dal noſtro graue nel primo ſecon-_
_do borario non dipende dal ſemidiametro della Terra, il quale_
_quantunque creſceſſe, ò ſcemaſſe di molti piedi Romani non va-_
_riarebbe il mote di detto graue_.
perche penſaſse, che il quotiente doueſse eſser 53. Dice di
più, _che la quantità miſur at a dal noſtro graue nel primo ſecon-_
_do borario non dipende dal ſemidiametro della Terra, il quale_
_quantunque creſceſſe, ò ſcemaſſe di molti piedi Romani non va-_
_riarebbe il mote di detto graue_.
Matt.
Se bene queſta dottrina io la tengo per uera;
&
eſ-
ſendo anco tale nulla facia contro di noi; nulladimeno que-
ſto particolare e molti giorni, che mi paſſa per la fantaſia.
E proponerei volentieri à tanti nobiliſsimi ingegni, li quali
fanno eſperienze, che procuraſsero di miſurar litempi, nel-
li quali graui in mole, eſpetie eguali diſcendeſsero per due
spatij eguali, in due, e più luoghi poſti in diſtanze ineguali
dal centro. Per eſsempio laſciaſsero queſti graui da vna
determinata altezza poſta ſopra vn´ altiſsimo monte, eda
vna ſimile altezza poſta vicino al mare. Io ſtimo, che tro-
uandoſi varietà, ò nò circa il diſcender il graue, ſi poteſse
chimerizare con maggior fondamento qualche coſa circa
la cagione dell´acceleratione del graue nel diſcendere.
ſendo anco tale nulla facia contro di noi; nulladimeno que-
ſto particolare e molti giorni, che mi paſſa per la fantaſia.
E proponerei volentieri à tanti nobiliſsimi ingegni, li quali
fanno eſperienze, che procuraſsero di miſurar litempi, nel-
li quali graui in mole, eſpetie eguali diſcendeſsero per due
spatij eguali, in due, e più luoghi poſti in diſtanze ineguali
dal centro. Per eſsempio laſciaſsero queſti graui da vna
determinata altezza poſta ſopra vn´ altiſsimo monte, eda
vna ſimile altezza poſta vicino al mare. Io ſtimo, che tro-
uandoſi varietà, ò nò circa il diſcender il graue, ſi poteſse
chimerizare con maggior fondamento qualche coſa circa
la cagione dell´acceleratione del graue nel diſcendere.
Queſto deſiderio nacque in me Sig.
Conte, quando lei nel
paſſato noſtro diſcorſo chimerizò, che ſuppoſto il moto del-
la Terra, ſi potrebbe dire, che l´acceleratione naſceſse
dalla maggiore, e maggiore proportione, che haueſ-
ſe il moto all´ingiù al circolare, il quale anderia ſcemando
à proportione, che più s´accoſta al centro. Quando
paſſato noſtro diſcorſo chimerizò, che ſuppoſto il moto del-
la Terra, ſi potrebbe dire, che l´acceleratione naſceſse
dalla maggiore, e maggiore proportione, che haueſ-
ſe il moto all´ingiù al circolare, il quale anderia ſcemando
à proportione, che più s´accoſta al centro. Quando