Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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5228DELLA FORZA DE’ CORPI Signor Marcheſe, queſte mutazioni, che van ſe-
guendo nel movimento di un corpo, diremo noi,
che non ſieno prodotte da cauſa niuna?
Se noi
vogliamo parlare ſecondo l uſo del popolo, ri-
ſpoſi io, noi diremo, che ſon prodotte da quella
cauſa, la qual produce il movimento, perciocchè
producendo il movimento, che le trae ſeco, fa
in qualche modo, che eſſe ſieno;
ma non per
queſto però diremo, che l’ azion della cauſa in
altro ſi termini che nel movimento ſolo.
Laonde
queſte relazioni di diſtanza, che van naſcendo per
lo movimento de corpi, e ſuccedendoſi le une
alle altre, come ancora tutti gli altri riſpetti di
ſomiglianza, di diſſomiglianza, di egualità, di
inegualità, e che ſo io, che van riſultando ne cor-
pi, non ſono propriamente effetti, ma aggiunti
e proprietà degli eff@tti.
E lo ſteſſo è da dire ge-
neralmente di tutti gli attributi eſsenziali, e neceſ-
ſarj, che l’ effetto riceve non da quella partico-
lar cauſa, che lo produce, ma da quella eſſenza
eterna et immutabile, che a lui ſi partecipa, e che
gli ha da ſe.
Voi dite vero, diſſe allora il Signor
Marcheſe, che gli eſperimentatori non avranno
tanta ſottigliezza;
ma io temo, che i metafiſici,
che l’ hanno, non ſaranno gran ſatto aſcoltati;
i
quali però io vorrei ben ſapere, con tanta ſottigliez.

za come miſurino la forza viva.
I più di loro e a
mio giudizio i più ſottili, non la miſurano punto,
riſpoſi io;
più toſto la levano via del tutto, e
la rigettan da corpi come coſa inutile;
la

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