Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

Table of figures

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[Figure 60]
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1che ella sia per prendersi gusto, e trattenimento non piccolo, che così ac­
cade a me.
Ho tardato a mandarlo, perchè non l'ho prima ridotto a per­
fezione, avendo avuto difficoltà nel ritrovare il modo di lavoràre i cristalli
perfettamente.
L'oggetto si attacca sul cerchio mobile, che è nella base, e
si va movendo per vederlo tutto; atteso che quello che si vede in una oc­
chiata è piccola parte.
E perchè la distanza fra la lente e l'oggetto vuol es­
sere puntualissima, nel guardare gli oggetti che hanno rilievo bisogna potere
accostare e discostare il vetro, secondo che si guarda questa o quella parte,
perciò il cannoncino è fatto mobile nel suo piede o guida che dir la vo­
gliamo ” (Alb.
VI, 297).
In quel tempo che Galileo si compiaceva così, e dilettavasi della vista
del suo Occhialino, tre altri simili strumenti, ma costruiti in diverso modo
dai galileiani, furono d'Oltre monte mandati al Granduca e ai principi della
corte di Firenze.
La notizia e la descrizione di questo Microscopio oltramon­
tano l'abbiamo appresa da un Discorso dell'occhiale detto di moltiplica­
zione cavato da una lettera scritta di .... dal sig.
Agnolo Marzi Medici.
L'estratto fu ritrovato fra le carte manoscritte della R.
Biblioteca nazionale
di Firenze, e ci fu mostrato a leggere e ad esaminare dal gentilissimo si­
gnor Bibliotecario, appena che ei per caso l'ebbe scoperto.
In quel Discorso,
dop'aver magnificata l'eccellenza dello strumento applicato a veder cose na­
turalmente invisibili, specie negli insetti, l'Autore soggiunge le parole se­
guenti: “ Mi sa male non gli poter mandar l'occhiale, perchè non è mio,
e nemmeno dire come sta, e questo per essermi proibito rispetto al voler
che si vegga, e se al Galileo dà il cuore di ritrovarlo, il quale è un mese
che ci è dietro, ma non si è visto cosa alcuna.
È ben vero che con il suo
mutando i vetri fa una cosa piccola apparir grande, ma non con quella esatta
distinzione e chiarezza: mostra più offuscato e questo arriva a perfezion
tale che l'invisibili fa apparir visibili.

58[Figure 58]
Figura 50.
Da ciò si apprende che i Microscopi oltramon­
tani debbono esser posteriori a quelli descritti da Ga­
lileo al Cesi, ne'quali per veder dell'oggetto le intere
parti e il rilievo, i vetri si dovevan mutare, ossia ora
avvicinare e ora discostar dall'oggetto stesso, facendo
scorrere il tubo nell'anello.
S'apprende di più, che l'invenzione era confi­
data in segreto.
Qualunque però si fosse il segreto
imposto all'Autor del Discorso, egli si fa già inten­
dere abbastanza bene, descrivendo il modo di far uso
dello strumento.
Ma come ciò fosse poco, viene in
calce a dar, con tre disegni che noi rappresentiamo
nelle tre figure 50, 51, 52, lo spaccato e la pianta
dello strumento stesso, e, distinte con numeri le
parti, le dichiara poi così con parole ordinatamente sotto i numeri corri­
spondenti:

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