Angeli, Stefano degli, Seconde considerationi sopra la forza dell' Argomento fisicomattematico del Gio. Battista Riccioli contro il moto divrno della terra spiegato dal Michiel Manfredi nelle sue risposte e riflessioni sopra le prime considerationi

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5341 due baiochi, hauerei piacere, che alcuno faceſſe queſta eſ-
perienza.
Perche potrebbe dire alcuno, che non ſia tanta
la differ enza di queſta noſtra baſſa, ma libera a ria, e di quel-
la alta ſopra il monte, quanto foſſe la diuerſità di quelle ve-
locità circolari.
In ſomma haurei guſto, che foſſe eſperimen-
tato, per potermi maggiormente confermare in quello, che
già sò, e tengo di certo, che il ſuo, Sig.
Conte, ſia ſtato vn
mero capriccio, eſsendo fondato ſopra la falſiſſima ipote-
ſi Copernicana.
Horsù ſeguiti Sig. Conte.
Cont. Seguita in queſto numero à dire coſe ſimili alle
paſſate;
alle quali eſſendo ſtato à baſtãza riſpoſto, non credo,
che facia di meſtieri ſoggiunger altro.
Tutto l´Equiuoco
del Manfredi è, che prende F S, come ſpatio paſsato dal
graue nel primo ſecondo horario.
Dice però nel fine, che
nõ biſogna impegnarſi in miſurel di piedi certe da vna parte,
ma incerte dall´altra, nè pore in dubbio l´eſperienze dell´-
acceleratione delli graui, che raccontate alla buona memo-
ria del P.
Caualieri, furno da eſſo approuate con guſto in-
dicibile.
Matt. Con non minor guſto le habbiamo approuate
ancornoi, e conceſse come belle, e buone.
Anzi che con-
ceſse queſte accelerationi al P.
Riccioli, habbiamo dedot-
to li ſuoi sbagli.
Cont. Nel numero 17. ſeguita à dire, che nõ egli, mà lei hà
grandemente equiuocato;
e dice, _che non baſta da trè quan-_
_tità diſpoſte nella regola del trè c auarne vn quotiente in aſtrat-_
_to;
ma biſognatrouare, che babbino la douuta proportione ri-_
_chieſta alla materia, che ſi tratta_.
Matt. Queſto è certiſsimo. Mà _quid contra nos_?
Cont. Dice, che ſi ſono ingannati quelli, li quali hanno
creduto, che eſſendo il diametro d´vna sfera di vn palmo, e
quello di vn´ altra di due, la ſolidità di queſta ſia doppia di
quella, eſsendo ottupla.
Così eſserſi ingannato Ariſtoti-
le, il qual credete, che come la grauità, alla grauità, così
foſse la velocità del cadente alla velocità dell´altro.
E poi
conchiude.
_Mà non più di queſto_.

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