Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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5733LIBRO I. ella ha rimoſſo quella materia molle, che lo em-
pieva
, onde ne è riſultata quella vacuità;
ne quel-
la
vacuità è però effetto di modo alcuno.
E la
materia
, riſpoſi io allora, che la palla ha rimoſ-
ſo
, è ella l’ effetto della palla?
Non già, riſpo-
ſe
il Signor Marcheſe;
poichè la palla non pro-
duce
quella materia, ma la rimove.
Tutto quel-
lo
, che fa la palla, ripigliai io, non è altro dunque
ſe
non movere le particelle di quella materia;
le
quali
avendo ricevuto quel movimento, lo av-
rebbono
per l’ inerzia loro conſervato ſempre, ſe
non
aveſſero per via incontrato alcune potenze,
che
glel’ hanno tolto e diſtrutto;
perchè ferman-
doſi
e ritenendo poi quelle medeſime diſtanze,
che
avevano ultimamente acquiſtate, ne è riſul-
tata
la vacuità.
Nel che vedete, che la palla al-
tro
non fa che eccitare un movimento;
il quale
potrebbe
eſſere quanto ſi voglia grande, e tutta-
via
riſultarne quel cavo, che ne riſulta, ſolo che
le
potenze, che debbono un tal movimento di-
ſtruggere
, foſſero cosi pronte, e di tal maniera
diſpoſte
, che fermaſſero le particelle in quei ſiti
medeſimi
.
E come di queſto, così, cred’ io, po-
trete
dire di qualunque altro effetto, avendo ſem-
pre
in mente, che eſſo niente più ſia, che un mo-
vimento
, e una diſtribuzione di particelle, ſecon-
do
l’ opinion di Carteſio non diſapprovata dagli
altri
moderni.
Ma come? diſſe allora il Signor
Marcheſe
;
cadendo una palla in materia molle,
vi
ſi forma un cavo, il qual prima non era.

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