Borro, Girolamo, Del flusso e reflusso del mare, 1561

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              <s>
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              lontane del vero, & dal veriſimile, che non è la luce dalle tene
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              bre: & forſe da oſcurare molto più la quistione, per ſua natu­
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              ra oſcura, che da dichiararla in neſſuno modo: però ſe cio non vi
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              è graue, ſiate contento dirmene quello che ne ſapete. </s>
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              <s>TAL. </s>
              <s>Non ſo ſe io di cio potrò ragionare hoggi con voi
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              all'improuiſo; eſſendo strettißimo il nodo della vostra diffici­
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              lißima quiſtione: ilquale non ſi può ſciorre ſenza diligente &
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              matura conſideratione, & ſenza grandißimo ingegno, & arte:
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              à che io per hora non mi truouo molto atto, maſe pur voi vole
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              te vdirne il parere mio, raccontatemi prima voi quello, che ne
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              hauete letto: perche nel ragionare stuzzicherete il mio addor
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              mentato ingegno, & mi ſcoprirete qualche coſa; di cui forſe vi
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              contenterete. </s>
              <s>Questa faticha ci ſarebbe hoggi tolta, ſe noi ha­
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              ueßimo quello, che di cio ſcriſſero eudoro, & Aristone Filoſofi
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              Peripatetici, ma perche gli ſcritti loro ſi ſono perduti, ò vero
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              non ci ſono capitati alle mani, ci biſogna
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              faticha cercar quel
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              lo, che da loro ſenza molta noia hauremmo inteſo à bastanza,
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              egli è ben vero, che inanzi, che voi diciate nulla, io vi voglio
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              sgannare di quello, che à me pare, che voi habbiate voluto, che
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              io creda per vero, cioè che in tutto Egitto ſuperiore, quando il
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              Sole ſi auicina al ſolſtitio estiuo, ſi fanno come grandißimi di­
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              luuii di pioggie, lequali durano circa quaranta giorni, il qual
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              tempo è chiamato verno da gli etiopi, & dura mentre che il
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              ſole paſſa tutto il Cancro, & buona parte del Lione, egli è ben
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              vero, che nello Egitto inferiore non ſi fanno queste grandißi­
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              me pioggie chiamate inuerno, ma ſi bene nel ſuperiore, il che ho
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              voluto dirui per is gannarui, et perche io penſo ſeruirmi di que
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              sto inuerno, à certe mie biſogne, come voi vdirete: Dite adun­
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              que (M. Giuſeppe) ma intanto tenete questo per fermo. </s>
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              <s>NOZ. </s>
              <s>Io ſon contento, non gia come Filoſofo, diſcorrere
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              con voi quello, che io intendo d'intorno alla noſtra quistione,
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              perche io per me non ho penſato à nulla, che mi sodisfaccia, ma
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              come hiſtorico fidelmente ui racconterò l'altrui openioni, il giu
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              ditio delle quali laſcerò interamente à voi. </s>
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              <s>TAL. </s>
              <s>Incominciate adunque; & à voi anche ſerbate la vo
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              ſtra parte del giudicare de gli altrui detti, il che molto bene fa-</s>
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