1namento fondato sull'esperienza. Sia A (fig. 12) un luminare splendente con
4 gradi d'intensità, che diffonda nel prossimo spazio il suo lume, diventando
in spazii uguali 3, 2, 1, e finalmente riducendosi a zero. Sia B un altro si
77[Figure 77]
4 gradi d'intensità, che diffonda nel prossimo spazio il suo lume, diventando
in spazii uguali 3, 2, 1, e finalmente riducendosi a zero. Sia B un altro si
77[Figure 77]
Figura 12.
mile luminare, che si diffonda
con la medesima legge. Se ve
ramente i decrementi de'lumi
in uguali spazii si facessero
uguali, ne verrebbe che lo spa
zio interposto fra'due luminari
dovess'essere ugualmente lu
minoso, avendosi quattro gradi
di lume per tutto. “ Quis enim
adeo luminibus destitutus est, qui non videat inter duas lucernas centum
stadiis ab invecem disiunctas, minus luminis circa medium esse quam circa
extrema? Esset autem aequale si aequalibus spatiis aequalia fierent decre
menta, ut ex apposito schemate conspici potest ” (ibi, pag. 377).
mile luminare, che si diffonda
con la medesima legge. Se ve
ramente i decrementi de'lumi
in uguali spazii si facessero
uguali, ne verrebbe che lo spa
zio interposto fra'due luminari
dovess'essere ugualmente lu
minoso, avendosi quattro gradi
di lume per tutto. “ Quis enim
adeo luminibus destitutus est, qui non videat inter duas lucernas centum
stadiis ab invecem disiunctas, minus luminis circa medium esse quam circa
extrema? Esset autem aequale si aequalibus spatiis aequalia fierent decre
menta, ut ex apposito schemate conspici potest ” (ibi, pag. 377).
Lasciatosi miseramente aggirar l'Aguilonio, dopo aver corso un buon
tratto per la diretta via, non ebbe la felicità di toccar la meta, ma come
segno dell'esservisi molto avvicinato, lasciò nel citato libro V dell'Ottica di
mostrate le seguenti proposizioni: “ Prop. V. Lumen longius proiectum
sensim languescit (pag. 375). Prop. VI. Aequalibus spatiis inaequalia fiunt
luminis decrementa (pag. 376). Prop. VII. Aequalium spatiorum quae longius
absunt, minora efficiunt defectionum momenta (pag. 377). Prop. VIII. Lu
men aequalibus spatiis proportionalibus decrementis languescit (pag. 379).
Prop. IX. Lumen uniformi difformitati decrescit ” (pag. 379).
tratto per la diretta via, non ebbe la felicità di toccar la meta, ma come
segno dell'esservisi molto avvicinato, lasciò nel citato libro V dell'Ottica di
mostrate le seguenti proposizioni: “ Prop. V. Lumen longius proiectum
sensim languescit (pag. 375). Prop. VI. Aequalibus spatiis inaequalia fiunt
luminis decrementa (pag. 376). Prop. VII. Aequalium spatiorum quae longius
absunt, minora efficiunt defectionum momenta (pag. 377). Prop. VIII. Lu
men aequalibus spatiis proportionalibus decrementis languescit (pag. 379).
Prop. IX. Lumen uniformi difformitati decrescit ” (pag. 379).
Otto anni dopo che l'Aguilonio aveva dimostrate queste sue proposizioni,
il Keplero pubblicava di nuovo il Misterio Cosmografico De admirabili pro
portione orbium coeìestium, dove il perpetuarsi de'pianeti nel loro moto
s'attribuiva agl'impulsi radiosi del sole. “ Ponamus igitur id quod valde
verisimile est, eadem ratione motum a Sole dispensari qua lucem. Lucis
autem ex centro prorogatae debilitatio qua proportione fiat docent Optici ”
(Francofurti 1621, pag. 76).
il Keplero pubblicava di nuovo il Misterio Cosmografico De admirabili pro
portione orbium coeìestium, dove il perpetuarsi de'pianeti nel loro moto
s'attribuiva agl'impulsi radiosi del sole. “ Ponamus igitur id quod valde
verisimile est, eadem ratione motum a Sole dispensari qua lucem. Lucis
autem ex centro prorogatae debilitatio qua proportione fiat docent Optici ”
(Francofurti 1621, pag. 76).
Fra gli Ottici era da annoverarsi, a quel tempo, anche l'Aguilonio, il
quale anzi era divenuto il più autorevole di tutti. Ora, perchè questo Au
tore aveva dimostrato che il lume decresce con difformità uniforme, forse
il Keplero si crederebbe che avesse corrette quelle sue opinioni, e che la
bella dimostrazione sperimentale dell'Ottico belga lo avesse persuaso non
patir il lume decrementi uniformemente uniformi. Tutt'altrimenti però l'Au
tore de'Paralipomeni a Vitellione non s'è niente rimosso da'suoi instituti e
gli Ottici che egli dianzi citava son quegli che si uniformano a così fatti
istituti, secondo i quali la luce s'attenua nel circolo o nò nella sfera, e per
ciò il decrescere dell'intensità luminosa è da misurarsi non dal crescere delle
superficie sferali, ma delle circonferenze de'cerchi. “ Nam quantum lucis
est in parvo circulo, tantundem etiam lucis sive radiorum solarium est in
quale anzi era divenuto il più autorevole di tutti. Ora, perchè questo Au
tore aveva dimostrato che il lume decresce con difformità uniforme, forse
il Keplero si crederebbe che avesse corrette quelle sue opinioni, e che la
bella dimostrazione sperimentale dell'Ottico belga lo avesse persuaso non
patir il lume decrementi uniformemente uniformi. Tutt'altrimenti però l'Au
tore de'Paralipomeni a Vitellione non s'è niente rimosso da'suoi instituti e
gli Ottici che egli dianzi citava son quegli che si uniformano a così fatti
istituti, secondo i quali la luce s'attenua nel circolo o nò nella sfera, e per
ciò il decrescere dell'intensità luminosa è da misurarsi non dal crescere delle
superficie sferali, ma delle circonferenze de'cerchi. “ Nam quantum lucis
est in parvo circulo, tantundem etiam lucis sive radiorum solarium est in