6036DELLA FORZA DE’ CORPI
forza, che lo produce, potrà queſta eſſere di qual-
ſivoglia miſura, ne ſarà più da cercare qual pro-
porzione determinata ella ſegua, potendo ſeguir-
le tutte. Il che certamente i Leibniziani non vi
concederanno. Volendo dunque ſtabilire la pro-
porzione, e la miſura della forza viva, non biſo-
gna prender l’ effetto ad’ arbitrio. del popolo, ne
degli eſperimentatori, che poco dal popolo ſi al-
lontanano; ma vedere qual ſia l’ effetto vero, che
veramente produceſi nella natura, e miſurarla da
eſſo; il quale ſecondo l’ opinione dei moderni tut-
ti ſi riduce ſempre a movimento, e diſpoſizione
di particelle. A molto poco, riſpoſe quivi il Si-
gnor Marcheſe, riduconſi gli effetti della natura
ſecondo voi. Pure anehe in ciò ſi conoſce l’ in-
finita ſagacità di eſſa, che ſappia con così poco
formar tanti, e tanto vaghi, e maraviglioſi aſpet-
ti, che tutto ’l dì ci ſi preſentano nell’ univerſo-
Ma giacchè voi avete detto, che il carico, per co-
sì dire, e la procurazion d’ogni coſa è ſtata da-
ta a due potenze, l’ una delle quali produce il
movimento, e l’ altra lo diſtrugge; io vorrei, pri-
ma di paſſar più avanti, conoſcere queſte due
procuratrici della natura, e ſaper quali ſieno, e
come operino; et egli ſi appartiene alla corteſia
voſtra, avendomele nominate più volte, il farme-
le ancor vedere. Se voi voleſte, riſpoſi io allo-
ra, vederle ſcoperte, e quali in ſe ſono, io temo
di non poter ſoddisfarvi; perchè eſſe non voglio-
no eſſer vedute, e ſi ſtanno continuamente
ſivoglia miſura, ne ſarà più da cercare qual pro-
porzione determinata ella ſegua, potendo ſeguir-
le tutte. Il che certamente i Leibniziani non vi
concederanno. Volendo dunque ſtabilire la pro-
porzione, e la miſura della forza viva, non biſo-
gna prender l’ effetto ad’ arbitrio. del popolo, ne
degli eſperimentatori, che poco dal popolo ſi al-
lontanano; ma vedere qual ſia l’ effetto vero, che
veramente produceſi nella natura, e miſurarla da
eſſo; il quale ſecondo l’ opinione dei moderni tut-
ti ſi riduce ſempre a movimento, e diſpoſizione
di particelle. A molto poco, riſpoſe quivi il Si-
gnor Marcheſe, riduconſi gli effetti della natura
ſecondo voi. Pure anehe in ciò ſi conoſce l’ in-
finita ſagacità di eſſa, che ſappia con così poco
formar tanti, e tanto vaghi, e maraviglioſi aſpet-
ti, che tutto ’l dì ci ſi preſentano nell’ univerſo-
Ma giacchè voi avete detto, che il carico, per co-
sì dire, e la procurazion d’ogni coſa è ſtata da-
ta a due potenze, l’ una delle quali produce il
movimento, e l’ altra lo diſtrugge; io vorrei, pri-
ma di paſſar più avanti, conoſcere queſte due
procuratrici della natura, e ſaper quali ſieno, e
come operino; et egli ſi appartiene alla corteſia
voſtra, avendomele nominate più volte, il farme-
le ancor vedere. Se voi voleſte, riſpoſi io allo-
ra, vederle ſcoperte, e quali in ſe ſono, io temo
di non poter ſoddisfarvi; perchè eſſe non voglio-
no eſſer vedute, e ſi ſtanno continuamente