6056DELLA ARCHITETTVRA
la ſorte che è piu roſsiccia è piu tenace.
Infra quelle prime, quella che è piu
pura, ſerue nell’opere di ſtucchi a fare ſtatuette, & cornici piu biãche. Preſſo
a Rimini ſi truoua Geſſo ſodo, che tu credereſti che foſle Marmo, o Alabaſtro,
di queſto ho io fatto ſegare con la ſega a denti, Tauole per impiallacciature cõ-
modiſsime. Accioche io non laſci indietro coſa alcuna, ogni Geſſo, è di neceſ-
115 ſità rõperlo, & tritarlo con martelli di legno, tanto ch’e’ ſi conuerta in farina, &
ſerbarlo amontato in luogo aſciutiſsimo, biſogna adoperarlo preſto, & datali la
acqua, ſubito metterlo in opera. Ma la Calcina per l’oppoſito non biſogna pe
ſtarla, ma bagnare le Zolle coſi intere, & biſogna certo ch’ella ſi ſpẽga aſſai tẽpo
innanzi, & con gran copia d’acqua, prima che tu la metta in opera, & maſsimo
2210 per metterla ne gli Intonichi: accioche ſe e’ ui fuſſe alcuna zolla, che nõ foſſe dal
fuoco coſi cotta a baſtanza, con lo ſtare aſſai in molle ſi riſolua, & ſi liquefaccia:
Percioche quando ella ſi mette di ſubito in opera, non bagnata, o ſpenta a biſo-
gno, ella ha certi ſaſſolini in ſe aſcoſi, crudi, che con il tempo ſi corrompono, &
gettano per ciò dipoi certe cocciuole, onde il lauoro non uiene pulito. Ag-
3315 giugni che alla Calcina non biſogna dar una gran copia d’acqua a un tratto, ma
biſogna ſi ſpenga a poco a poco, bagnandola, & ribagnandola piu & piu uolte,
inſino a tanto, che ella al certo ſe ne ſia inebbriata: dipoi in luogo anzi che no
humidetto, & all’ombra, ſenza meſcolarui coſa alcuna, ſi debbe ſerbare ſtietta,
coperta ſolamente di ſopra, con poca rena, inſino a tanto che per lunghezza di
4420 tempo piu liquidamente ſi lieuiti. Et hanno trouato, che la Calcina con que-
ſto ſuo lungo lieuitarſi, acquiſta grandiſsima uirtù. Io ueramente ne ho uedu
ta per antichiſsimi, & abbondantiſsimi ſcritti di quella, che è ſtata laſciata abban
donata (come per molte conietture ſi uedeua manifeſto) per piu che cinquecen
to anni; Et poco fa ritrouata, la ueddi humida, & liquida (& per dire coſi) in mo-
5525 do matura, che di gran lunga ſuperaua la liquidezza del mele, & del midollo del
le oſſa. Et non è certo coſa alcuna, che ſi poſſa trouare piu di queſta com-
moda a qual ti uoglia uſo: Vuole piu rena il doppio ſe tu la torrai coſi, che
ſe tu la torrai di ſubito. In queſte coſe adunque la Calcina, & il Geſſo non
conuengono: ma nell’altre ſi bene. Lieuala adunque ſubito dalla fornace, &
6630 mettila all’ombra, & in luogo aſciutto, & poi ti biſogna ſpegnerla, perche ſe
tu la ſerbaſsi, o nella fornace ſteſſa, o altroue al uento, o alla Luna, o al Sole, &
maſsimo di ſtate, ſi riſoluerebbe preſtiſsimamente in cenere, & diuẽterebbe di-
ſutile, ma diloro ſia detto a baſtanza. E ne auertiſchino che le pietre non ſi
mettino nella fornace, s’elle non ſi ſpezzano in pezzi non minori che zolle, la-
7735 ſciamo ſtare, ch’elleno piu facilmente ſi cuocono, e’ s’è trouato che nel mezo
delle pietre, & maſsimo delle tõde, ſono alcuna uolta certe cõcauitati, nelle qua
li rinchiuſa l’aria, arreca dãni grãdiſsimi: Percioche acceſo il fuoco nella fornace,
egli auiene mediante, o il fuoco, o pure il freddo, che uà allo indentro, che eſſa
aria ſi riſtringa, o pure che riſcaldandoſi finalmente eſſa pietra, la medeſima
8840 aria ſi conuerta in uapore; Et è certo ch’egli rigonfia, & rõpendo per ogni uerſo
la prigione, in cui ſi troua, con ſcoppio, & impeto grandiſsimo ſe ne eſce, & di-
ſturba, & manda ſozzopra tutta la maſſa della fornace, & ſono alcuni che han-
no uiſto nel mezo di ſimili pietre eſſerui animali uiui, sì di altre diuerſe ſorti,
pura, ſerue nell’opere di ſtucchi a fare ſtatuette, & cornici piu biãche. Preſſo
a Rimini ſi truoua Geſſo ſodo, che tu credereſti che foſle Marmo, o Alabaſtro,
di queſto ho io fatto ſegare con la ſega a denti, Tauole per impiallacciature cõ-
modiſsime. Accioche io non laſci indietro coſa alcuna, ogni Geſſo, è di neceſ-
115 ſità rõperlo, & tritarlo con martelli di legno, tanto ch’e’ ſi conuerta in farina, &
ſerbarlo amontato in luogo aſciutiſsimo, biſogna adoperarlo preſto, & datali la
acqua, ſubito metterlo in opera. Ma la Calcina per l’oppoſito non biſogna pe
ſtarla, ma bagnare le Zolle coſi intere, & biſogna certo ch’ella ſi ſpẽga aſſai tẽpo
innanzi, & con gran copia d’acqua, prima che tu la metta in opera, & maſsimo
2210 per metterla ne gli Intonichi: accioche ſe e’ ui fuſſe alcuna zolla, che nõ foſſe dal
fuoco coſi cotta a baſtanza, con lo ſtare aſſai in molle ſi riſolua, & ſi liquefaccia:
Percioche quando ella ſi mette di ſubito in opera, non bagnata, o ſpenta a biſo-
gno, ella ha certi ſaſſolini in ſe aſcoſi, crudi, che con il tempo ſi corrompono, &
gettano per ciò dipoi certe cocciuole, onde il lauoro non uiene pulito. Ag-
3315 giugni che alla Calcina non biſogna dar una gran copia d’acqua a un tratto, ma
biſogna ſi ſpenga a poco a poco, bagnandola, & ribagnandola piu & piu uolte,
inſino a tanto, che ella al certo ſe ne ſia inebbriata: dipoi in luogo anzi che no
humidetto, & all’ombra, ſenza meſcolarui coſa alcuna, ſi debbe ſerbare ſtietta,
coperta ſolamente di ſopra, con poca rena, inſino a tanto che per lunghezza di
4420 tempo piu liquidamente ſi lieuiti. Et hanno trouato, che la Calcina con que-
ſto ſuo lungo lieuitarſi, acquiſta grandiſsima uirtù. Io ueramente ne ho uedu
ta per antichiſsimi, & abbondantiſsimi ſcritti di quella, che è ſtata laſciata abban
donata (come per molte conietture ſi uedeua manifeſto) per piu che cinquecen
to anni; Et poco fa ritrouata, la ueddi humida, & liquida (& per dire coſi) in mo-
5525 do matura, che di gran lunga ſuperaua la liquidezza del mele, & del midollo del
le oſſa. Et non è certo coſa alcuna, che ſi poſſa trouare piu di queſta com-
moda a qual ti uoglia uſo: Vuole piu rena il doppio ſe tu la torrai coſi, che
ſe tu la torrai di ſubito. In queſte coſe adunque la Calcina, & il Geſſo non
conuengono: ma nell’altre ſi bene. Lieuala adunque ſubito dalla fornace, &
6630 mettila all’ombra, & in luogo aſciutto, & poi ti biſogna ſpegnerla, perche ſe
tu la ſerbaſsi, o nella fornace ſteſſa, o altroue al uento, o alla Luna, o al Sole, &
maſsimo di ſtate, ſi riſoluerebbe preſtiſsimamente in cenere, & diuẽterebbe di-
ſutile, ma diloro ſia detto a baſtanza. E ne auertiſchino che le pietre non ſi
mettino nella fornace, s’elle non ſi ſpezzano in pezzi non minori che zolle, la-
7735 ſciamo ſtare, ch’elleno piu facilmente ſi cuocono, e’ s’è trouato che nel mezo
delle pietre, & maſsimo delle tõde, ſono alcuna uolta certe cõcauitati, nelle qua
li rinchiuſa l’aria, arreca dãni grãdiſsimi: Percioche acceſo il fuoco nella fornace,
egli auiene mediante, o il fuoco, o pure il freddo, che uà allo indentro, che eſſa
aria ſi riſtringa, o pure che riſcaldandoſi finalmente eſſa pietra, la medeſima
8840 aria ſi conuerta in uapore; Et è certo ch’egli rigonfia, & rõpendo per ogni uerſo
la prigione, in cui ſi troua, con ſcoppio, & impeto grandiſsimo ſe ne eſce, & di-
ſturba, & manda ſozzopra tutta la maſſa della fornace, & ſono alcuni che han-
no uiſto nel mezo di ſimili pietre eſſerui animali uiui, sì di altre diuerſe ſorti,