Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1degli oppositori, le quali consistevano nella Dialettica, e nel far uso
degli argomenti della ragione contro i dommi inconcussi della fede.
L'eloquenza platonica perciò de'primi Padri della Chiesa do­
vette cedere alle acute sillogistiche argomentazioni de'novelli Dottori,
e a far l'ufficio del monachismo sottentrarono gli Ordini regolari.

Alle orazioni e alle omelie meditate lungo le rive di un fiume, o
all'ombra di un palmeto, e recitate poi dal pergamo al popolo cri­
stiano, succedono le aride disputazioni teologiche, scritte fra il tanfo
di una cella e diffuse per innumerevoli altre celle o a viva voce o
per copie manoscritte.
Il primo che pensi di raccogliere quelle
sparse disputazioni, e di ordinarle insieme in una Somma teologica,
è Alessandro di Hales, a cui poco dopo tien dietro Alberto Magno,
maestro a quel Tommaso d'Aquino, grande istitutore della Teologia
scolastica.
Narrano i biografi di lui, e si va ripetendo fra gli aned­
doti della sua vita, com'egli, sedendo a mensa con gli altri frati,
rimanesse una volta senza nulla curarsi del cibo, e stato alquanto
così cogitabondo, uscisse poi con incomposta esultanza a dire: l'ho
trovato, l'ho trovato. E che cosa aveva egli trovato?
Nient'altro se
non un argomento da risolvere una sottile questione teologica, che
egli era andato inutilmente cercando per lungo tempo.
Il fatto non
può non richiamare alla memoria quell'altro simile e ben più fa­
moso aneddoto, che si racconta della vita di Archimede, per cui
manifesto risulta da tal confronto che il Filosofo di Aquino, in
investigar gli argomenti di ragione prosegue con quello stesso ar­
dore di metodo, che il matematico di Siracusa in investigar le verità
più recondite della Natura.
Ed ecco posto così in piena evidenza
il carattere proprio della filosofia scolastica.
Non è del presente nostro proposito il dar giudizio di S. Tom­
maso come filosofo speculativo e come metafisico: intorno a ciò,
egli ha senza dubbio meriti insigni, confermatigli dall'ossequioso
consenso di cinque secoli.
Il giudizio nostro solamente versa circa
la Filosofia naturale, che il padre della Scolastica attinse tutta da
Aristotile, insegnando a legger piuttosto ne'libri di lui, che in quelli
della Natura.
Ecco da che venerande mani furono nel secolo XIII
instaurati in Italia gl'idoli aristotelici.
E qual maraviglia è che la
turba ossequiosa vi s'inchinasse ciecamente a offerirgli incensi?
La grande autorità di S. Tommaso fu senza dubbio una delle
cause principali, per cui il Peripato nuovo venne a costituirsi, ma
non fu l'unica.
Le molte altre che vi concorsero, e non punto meno
efficaci, si potrebbero ritrovar facilmente in quella comodità, che

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