Ceredi, Giuseppe, Tre discorsi sopra il modo d' alzar acque da' lvoghi bassi : Per adacquar terreni. Per leuar l' acque sorgenti, & piouute dalle ca[m]pagne, che non possono naturalmente dare loro il decorso. Per mandare l' acqua da bere alle Città, che n' hannobisogno, & per altri simili vsi. ; Opera non piu stampata

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1quali egli cede a gli altri animali, & gli altri corpi inferiori; con­
tra l'impeto loro ha oppoſto le caſe, le fortezze, l'armature; & ha
anco procacciato d'hauere moti gagliardiſſimi in ſuo fauore, o per
diſenderſi da altri, o per ſoggiogare ſotto l'imperio ſuo chi piu egli
ſi ſarà perſuaſo, che ſia bene: imperoche gli eſſerciti, che ſono com
poſti d'huomini, di caualli, di elefanti, di ſaette, d'armi in haſta,
d'archibuſi, di bombarde, & di tanti altri iſtromenti, non ſono
altro, che un'unione di coſe, atta a partorire gagliardiſſimo moto
locale: ne con altro mezo, che con queſto, ognuna di loro è guida­
ta all'opera del ſuo fine.
Per l'iſteſſa cagione l'armate di mare, có
la figura bene, & mathematicamente proportionata de'lor legni;
con l'albero, & le uele, co'remi, col timone, & con gli altri iſtro­
menti, in niente altro piu uagliono, che nell'impeto del mouimento
loro.
per la qual coſa non è marauiglia ſe tutti gli huomini ſaui, et
ſpecialmente i Signori, in ogni età hanno hauuto cariſſani i ritro­
uati di ſimili impetuoſi, & ſoprahumani iſtromenti: & ſe diuerſi
acuti Filoſofi ſi ſono affaticati per ſaperne le ragioni, & porle in
opera con utiliſſime eſperienze: percioche uennero queſti ualenti
huomini a tal ſegno, che moltiplicando con diuerſi mezi la forza
d'un ſolo, o di pochi huomini quaſi in inſinito, faceuano opere ma­
rauiglioſe; hora alzando corpi di ſimiſurata grauezza molto in
alto, hora trahendoli in piano, & hora ſuellendo materie duriſſi­
me, & fortiſſimamente stabilite; & hora oprando in altra ma­
niera, che molte coſe ſi piegaſſero, uolgeſſero, & ſpingeſſero, che
ordinariamente con ſoprahumana fatica non ſi ſarebbeno potuto
mouere.
Fra queſti, come ognuno ſa, fu eccellentiſſimo. Archime
de Siracuſano, di cui ſi legge, che con gli artificij ſuoi moueua una
naue da carico per una piazza, come ſi ſuol tirare un cauallo per
la briglia: & ſi ſa, che il gran Marcello nell'eſpugnatione di Sira­
coſa, riceuè piu danno dalle machine di lui uoltate da pochiſſimi
huomini, che da tutto il numero del reſto de'ſoldati, che era poſto
per difeſa, & preſidio di quella città.
Et perche laſciarono quei
ualent'huomini in iſcritti le ragioni della ſcienza dell'opere ſue,
è auenuto, che anco dopo loro ſucceſſiuamente di tempo in tempo,
ſi ſieno ueduti auenimenti quaſi ſopranaturali, coſi ne'ritrouati di
diuerſe machine appertenti a quaſi infiniti uſi, come ne gli effetti
lungamente rimaſi a notitia di chi gli ha uoluto uedere.
Chi non

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