Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

Table of figures

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Figura 18.
zio
DE: se poi impedisse affatto quella stessa disper­
sione
lo spazio occupato sarebbe FE uguale a BC.
Ma
non
essendo libera assolutamente quella disper­
sione
impedita, sarà lo spazio occupato qualche cosa
di
mezzo fra DE ed FE, per esempio EG. “ Lux igitur
sine
ulla dispersione usque ad ED veniens, occuparet
spatium
EF; eadem, sine ulla perturbatione eousque
descendens
, occuparet spatium ED, spargens et exte­
nuans
se eadem proportione.
Ergo cum intervenit me­
dium
BC densius id dispersionem impediens facit ut
lux
medium spatium occupet inter EF et ED.
Sit illud
EG
.
Radius ergo AB refringitur in B et infra super­
ficiem
densioris medii fiet BG accedens ad perpendicularem BF (Paralip.

ad
Vitell., Francof.
1604, pag. 16).
Benchè questa nuova argomentazione cessasse in qualche modo i difetti,
in
ch'erano incorsi gli Ottici suoi predecessori, conosceva nonostante bene
il
Keplero com'ella fosse tuttavia lontana da quella severità matematica, che
si
sarebbe desiderata.
Quel nescio quid subtile della composizione del moto
si
rappresentava dall'altra parte per l'unica via geometrica da potersi se­
guire
con sicurezza, ma bisognava maneggiar l'argomento in altro modo da
quel
che avean fatto Alhazeno e Vitellione, senza mescolarvi cioè il princi­
pio
delle cause intenzionali.
Giacchè dunque conveniva non deviar dalle leggi
della
Meccanica, il Keplero rassomiglia la luce a un proiettile, per esempio
a
un globo gettato nell'acqua.
Avviene perciò, egli dice, nel lume quel che
ne
'mobili fisici, “ quoties globus in aquam torquetur, dummodo subeat
aquam
.
Patet sic; liceat enim hic mihi verba Opticorum contra mentem
ipsorum
usurpare et in meliorem sensum adducere: Sit BC (nella figura
preced
.) aqua.
AB motus sphaerulae. Continuetur BC in H et FB in I. Cum
ergo
motus sphaerulae AB sit quodammodo compositus ex IB in BH, acci­
det
etiam, ut resistat illi tam profunditas BF, quam BH crassities lateralis.

Prius
impedimentum tardiorem efficit eius descensum et retundit, dummodo
descendat
.
Posterius vero repellit ipsam a sua linea, ut quia motus erat BD
futurus
repellatur a BH et fiat BG (ibi). Supposto che la luce non pati­
sca
altra attenuazione che in latum e non dalla parte della rettitudine ma
dell
'obliquità, il simile che ne'proietti dice il Keplero avvenir nella luce,
ond
'è che il moto di lei non riceve impedimento dalla parte BC, ma dalla
parte
BH. “ Ergo superficies ex parte BH resistit hinc motui existitque

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