Gallaccini, Teofilo, Perigonia, o vero degli angoli, ca. 1590-1598

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            <p type="main">
              <s>
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              possan già mai formar gli intersegamenti senza costituir varie specie d’angoli secondo la diversa applicatione delle regole di Prosp..</s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>Né le cose vere con le finte si possan bene accordare insieme senza servirsi degli angoli, perciochè se riguardiamo i due piani d’una scena, l’uno finto che si ritruova nella maestà, e l’altro vero, che è ‘l piano del palco, dove si posano le cose sode e dove si rappresenta l’attion della commedia vi vedremo l’intersegamento di due triangoli, mentre i lati dell’uno son tagliati da’ lati dell’altro e ‘l tagliamento farsi ad angoli ottusi; perciochè ‘l fine di questo intersegamento è che i due piani si convertano in uno stesso piano, né ciò possono fare se non si tagliano ad angoli ottusi i lati di amendue ‘triangoli, come si vede in questa figura qui appresso.</s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>Che acciochè di due triangoli se ne faccia uno bisogna che ‘quattro lati di essi divenghino due, e non posson già mai i quttro lati de’ due triangoli nell’apparenza diventar due lati d’un sol triangolo, se tagliandosi insieme non costituiscono angoli ottusi; perciochè a voler di due lati far uno in apparenza,bisogna far che, tagliandosi, formino una maniera d’angoli che opposti alla vista nostra di lontano si perdano, e questi non sono altro che gli ottusi, i quali vie più degli altri, per lor natura si accostano alla linea retta, come altrove si è dimostrato.</s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>Di modo che mentre si tagliano i lati de’ due triangoli formando angoli ottusi, i quali svaniscono dalla vista nostra, di maniera si
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              uniscano, che di essi si forma una stessa linea.</s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>Onde venendo fatti due lati, i quattro de’ due triangoli, necessariamente diventeranno un solo, e così di due piani terminati da essi, se ne sarà formato un piano solo, intendendo sempre in riguardo dell’apparenza; e nell’esser loro sì come saranno quattro lati di due triangoli così saranno due triangoli e per conseguenza due diversi piani come si potrebbe dimostrare nella presente figura.</s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>Ma lasciamo queste considerationi alle teoriche della scenografia. </s>
              <s>Nella stessa guisa si scuopre l’uso degli angoli nelle cose finte negli angoli della stanza; perciochè si costituiscano delle intersegation delle figure stesse, che vi si dipengano.</s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>Perciochè per le medesime ragioni vi si fa l’intersegatione ad angoli ottusi, come si vede nel quadrolongo ABCD, al quale corrisponde nell’apparenza AEBCFD.</s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>Perciochè perdendosi l’angolo AEB e l’angolo CFD la linea AEB si fa equivalente alla linea AB e la CFD alla CD.</s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>Finalmente nella disposition de’ piani, e delle elevation delle faccie e de’ coprimenti si vede espressamente l’uso degli angoli; perciochè non si possono iscorciare senza la figura triangolare, che si costituisce dalle linee orizzontali, le quali congiognendosi in un ponto formano angolo per lo più ottuso, come si vede chiarissimamente nella pratica della Scenografia. </s>
              <s>E la ragione di ciò è fondata nella suppositione 8 e 9 e nel teorema 4 e 5 della Prospettiva d’Euclide, che mentre i raggi visuali son più alti e gli intervalli di essi, benchè uguali da lontano apparendo minori, e gli obbietti vicini all’occhio essendo maggiori son cagione che necessariamente </s>
            </p>
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