Morelli, Gregorio, Scala di tutte le scienze et arti, 1567

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1ſorte, che io non sò punto che coſa mi debba
dire.
Ariſtotele nel primo dell'ctica, oue
fa la diſtintione del fine, pare à me che egli

dica che ogni ſorte di arte habbia tre fini,
l'attione, l'opera che rieſce dall'attione, &
queſti due ſi contengono nell arte, & ultima­
tamente hanno lo ſcopo, per ilquale fanno le
attioni, & l'opera inſieme, & queſto è quel
lo che uorrei ſapere da uoi, cioè da quale
di queſti tre fini incomincia la riſolutione.
TOM. Il non ſapere ancora doue io mi uoglia
riuſcire, ui fa importuno: aſpettate un poco
ui prego, che uerro adoſſo a quello che ha­
uete detto uoi, & inſieme ui ſueglierò il que
ſito.
Per tanto dico che ſono tre ſorti di fine
nelle arti, ſi come hauete detto uoi, & che
il fine ſi diffiniſce, come ho di gia detto, &
è diffinitione d' Ariſtotele nella metafiſica, &
anco nel luogo che hauete citato uoi.
oue aſſo
lutamente parlando di eſſo fine dice, che il
fine è quella coſa, che non è per altri, ma
altri per lei.
MOR. Se bene io mi raccordo,
Galeno nel libro, che egli chiama delle cauſe
procatartice, diffiniſce il fine con la iſteſſa diffi­
nitione, cioè che ſia una coſa, allaquale ogni
altra coſa che precede innanzi a lei, ſi gli ri­
feriſce.
TOM. Volete pure che anche Galeno
introuenga in queſta diffinitione.
MOR. Non

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