1Giovan Battista Rannusio, il quale opponeva che, se avesse fonda
mento di qualche verità l'ipotesi del Fracastoro, si sarebbe dovuto
veder fare qualche notabile alterazione all'ago nautico, nel passar
che fanno i navigli presso all'isola dell'Elba.
mento di qualche verità l'ipotesi del Fracastoro, si sarebbe dovuto
veder fare qualche notabile alterazione all'ago nautico, nel passar
che fanno i navigli presso all'isola dell'Elba.
In qualunque modo però, il Fracastoro è un ingegno serio e
se cade in errore non se ne compiace e non lo scansa, perchè non
lo conosce. Non così può dirsi dell'altro medico milanese Girolamo
Cardano, che ebbe i natali in Pavia nel 1501. La lunghissima vita
protratta infino al 1596 non valse a correggerlo delle sue turpitu
dini, le quali sfacciatamente confessa al pubblico nella Autobiografia,
attribuendole a inevitabili suggestioni de'suoi Demonii. Qualunque
siasi però la moralità de'suoi costumi, a noi non s'appartiene di
parlare che della scienza, la quale, perchè forse insozzata di fango
e rimescolata ai più strani errori e alle fantasie più stravaganti, è
stata, secondo noi, fin qui mal giudicata. Di che si può fra'molti
esempi citar quello de'fuochi di S. Elmo, annoverandosi fra le
infinite stravaganze di lui quel che ne scrive nel II Libro De subti
litate; stravaganze che poi il Beccaria ridusse alle vere cause dei
fenomeni e degli effetti consueti d'operarsi naturalmente dall'im
provviso fulminare delle stellette o de'fuochi elettrici. (Dell'Elet
tric., Torino 1753, pag. 222).
se cade in errore non se ne compiace e non lo scansa, perchè non
lo conosce. Non così può dirsi dell'altro medico milanese Girolamo
Cardano, che ebbe i natali in Pavia nel 1501. La lunghissima vita
protratta infino al 1596 non valse a correggerlo delle sue turpitu
dini, le quali sfacciatamente confessa al pubblico nella Autobiografia,
attribuendole a inevitabili suggestioni de'suoi Demonii. Qualunque
siasi però la moralità de'suoi costumi, a noi non s'appartiene di
parlare che della scienza, la quale, perchè forse insozzata di fango
e rimescolata ai più strani errori e alle fantasie più stravaganti, è
stata, secondo noi, fin qui mal giudicata. Di che si può fra'molti
esempi citar quello de'fuochi di S. Elmo, annoverandosi fra le
infinite stravaganze di lui quel che ne scrive nel II Libro De subti
litate; stravaganze che poi il Beccaria ridusse alle vere cause dei
fenomeni e degli effetti consueti d'operarsi naturalmente dall'im
provviso fulminare delle stellette o de'fuochi elettrici. (Dell'Elet
tric., Torino 1753, pag. 222).
L'altro medico di professione, che qui s'interza al Fracastoro
e al Cardano è quell'Andrea Cesalpino, in cui si gloria la sua pa
tria Arezzo d'aver dato un precursore al fortunassimo Harvey. Quali
meriti veramente competano al Peripatetico aretino, rispetto alla
grande scoperta della circolazione del sangue, lo vedranno i lettori
nel seguito della nostra storia, dove anche troveranno argomenti
da ammirare ciò che egli osservò di fisiologia vegetabile, e ciò che
egli speculò per sottordinare in generi e specie la svariata famiglia
delle piante. Ma pure appresso a quelle pagine, dove in tanto piena
evidenza si mette l'uso e l'ufficio naturale della vena arteriosa e
dell'arteria venosa, seguono altre pagine, dove l'Autore intende a
sostener l'opinione aristotelica dell'origine dei nervi dal cuore. Si
milmente agli impulsi fisici di capillarità, per cui la linfa ascende
dalle radici alle foglie attraverso ai vasi, fa concorrere efficacemente,
l'Autor De plantis, i superni influssi celesti. Ma i cinque libri delle
Peripatetiche questioni sono una tal palestra di sottigliezza d'ingegno,
che se la Natura veramente assecondasse per poco il cervello del Ce
salpino e quello di Aristotile suo maestro, il mondo, e le leggi che
lo governano, sarebbero sostanzialmente trasformate dall'esser loro.
e al Cardano è quell'Andrea Cesalpino, in cui si gloria la sua pa
tria Arezzo d'aver dato un precursore al fortunassimo Harvey. Quali
meriti veramente competano al Peripatetico aretino, rispetto alla
grande scoperta della circolazione del sangue, lo vedranno i lettori
nel seguito della nostra storia, dove anche troveranno argomenti
da ammirare ciò che egli osservò di fisiologia vegetabile, e ciò che
egli speculò per sottordinare in generi e specie la svariata famiglia
delle piante. Ma pure appresso a quelle pagine, dove in tanto piena
evidenza si mette l'uso e l'ufficio naturale della vena arteriosa e
dell'arteria venosa, seguono altre pagine, dove l'Autore intende a
sostener l'opinione aristotelica dell'origine dei nervi dal cuore. Si
milmente agli impulsi fisici di capillarità, per cui la linfa ascende
dalle radici alle foglie attraverso ai vasi, fa concorrere efficacemente,
l'Autor De plantis, i superni influssi celesti. Ma i cinque libri delle
Peripatetiche questioni sono una tal palestra di sottigliezza d'ingegno,
che se la Natura veramente assecondasse per poco il cervello del Ce
salpino e quello di Aristotile suo maestro, il mondo, e le leggi che
lo governano, sarebbero sostanzialmente trasformate dall'esser loro.