Ceredi, Giuseppe, Tre discorsi sopra il modo d' alzar acque da' lvoghi bassi : Per adacquar terreni. Per leuar l' acque sorgenti, & piouute dalle ca[m]pagne, che non possono naturalmente dare loro il decorso. Per mandare l' acqua da bere alle Città, che n' hannobisogno, & per altri simili vsi. ; Opera non piu stampata

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              duoi loro ſi faranno in un'iſteſſo tempo; ma quello del maggiore ſa­
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              rà piu ueloce, perche piu grande è lo ſpatio, che haurà a paſſare.
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              <s>Oltra cio, ſe il braccio corto non haurà immediatamente il peſo,
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              ma mouerà un'altro raggio lungo d'una'altra statera nel raggio
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              minore di cui ſia poſto il peſo; allhora ſarà come ſe fuſſe allungato
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              il raggio lungo alla prima statera. </s>
              <s>con tutto cio molto piu tardo
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              ſarà il mouimento del peſo, & ſarà biſogno, che il minor raggio
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              della prima statera ſi riuolga molto piu d'una uolta, prima che il
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              ſecondo habbia compito il ſuo riuolgimento. </s>
              <s>onde moltiplicandoſi
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              le statere, ſempre piu ſi uerrebbe ad allungare il raggio maggiore
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              della prima, & ad accreſcere la forza del motore con l'iſteſſo dia­
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              metro del giro primiero, ritardandoſi pero ſempre la uelocità del
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              peſo: peroche nelle statere moltiplicate a queſto modo è neceſſario
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              che la prima ſia ruotata molte fiate auanti che l'ultima, oue è il pe­
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              ſo, ſi giri ſolo una uolta. </s>
              <s>Da queſto naſce, che gli argani, & piu
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              le martinette, & le uiti perpetue di molti ritegni, che ſi chiamano
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              pani, ſono tardiſſime nel moto; ne ſono utili oue ſia biſogno d'hone­
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              sta uelocità. </s>
              <s>è uero, che oue conuengono, le uiti perpetue hanno
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              queſto uantaggio, che non laſciano ſcorrere il peſo dal luogo a cui
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              l'hanno tirato una fiata, benche non ui ſia di nuouo altro ſoſtegno:
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              il che non auiene ad alcuno de gli altri iſtromenti. </s>
              <s>Per lo contrario
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              ſe i raggi uguali delle ruote moueranno raggi minori nel ſubbio de
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              l'altre ruote maggiori, procedendo con duoi, o tre ordini a queſto
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              modo; come ſi puo uedere in tutti gli horiuoli da ruote, ſi moltipli­
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              cherà aſſaiſſimo la uelocità, & il numero de'giri nella ruota, che
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              moue il peſo: tuttauia la fatica del motore ſarà grandiſſima a riſpet
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              to del peſo, che mouerà. </s>
              <s>Ho uiſto io una ruota, che có un giro ſolo,
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              & col mezo di ſei altre ruote era cagione, ch'un'altra, che uoltaua
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              un leggieriſſimo peſo, faceſſe cento trentamila giri, piu ueloci, &
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              meno, ſecondo che era temperata dal ritegno di quello iſtromento,
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              che ſi chiama il tempo. </s>
              <s>Et con tale artificio era formata quella
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              belliſſima machina deſcritta dal Giouio, che gia mandò in dono
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              Ferdinando, allhora Re de'Romani, a Solimano Imperadore de'
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              Turchi. </s>
              <s>Che ſe bene da gli huomini, che non s'intendono d'aſtro­
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              logia, era creduto, che dentro a quella ui fuſſero i moti de'Pianeti
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              alla ſimilitudine di quelli del cielo, cio non era pero uero in altro,
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              ſe non che alcuna di quelle ruote finiua il ſuo riuolgimento in tren-
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