Ceredi, Giuseppe, Tre discorsi sopra il modo d' alzar acque da' lvoghi bassi : Per adacquar terreni. Per leuar l' acque sorgenti, & piouute dalle ca[m]pagne, che non possono naturalmente dare loro il decorso. Per mandare l' acqua da bere alle Città, che n' hannobisogno, & per altri simili vsi. ; Opera non piu stampata

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              ta anni come fa Saturno, alcuna in dodici come Gioue, alcuna in
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              duoi come Marte, alcuna in uno come il Sole, & coſi dell'altre
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              ruote alla ſomiglianza de gli altri ‘Pianeti. </s>
              <s>Adunque ſe il peſo,
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              che hanno a mouere queſti iſtromenti fuſſe graue, niſſuna molla,
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              ancor che gagliardiſſima; et niſſun cótrapeſo, ancor che grauiſſimo
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              loro baſterebbe. </s>
              <s>il ſine del loro mouimento è ſolamente un picciolo
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              raggio di ferro per moſtrar l'hore, od un martelletto per ſonarle.
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              <s>All'oppoſto, ſe in queſto iſtromento il motore fuſſe oue è il peſo, &
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              il peſo oue è il motore, con molto minore gagliar dezza di molla,
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              o di contrapeſo ſi mouerebbe aſſai piu graue, & difficil pondo:
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              benche con tardità tanto maggiore che prima, quanto ſarebbe bi­
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              ſogno, che la ruota del motore fuſſe di quaſi innumerabile propor­
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              tione piu ueloce: & all'hora l'horiuolo ſarebbe in foggia d'una
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              martinetta, & ſpecialmente quel da molla, in cui non fia dfficil co­
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              ſa oprare, che la statera della molla uinceſſe in lunghezza il rag­
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              gio della prima, & piu ueloce ruota. </s>
              <s>Nel qual modo conobbi io
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              gia, che ſu fabricato quel belliſſimo iſtromento poſto al tempo del
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              Duca Franceſco ultimo ſopra la porta della Rocchetta del capello
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              di Milano. </s>
              <s>con quello, qual ſi uogha huomo, stando nella came­
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              ra del Caſtellano, chiudeua quaſi in un ſubito la porta della roc­
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              chetta, & a poco a poco alzaua il ponte, ancor che carico di genti
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              armate. </s>
              <s>ma eſſendo egli poi ſconcertato, & dato ad un ualente
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              maeſtro che lo racconciaſſe; per la morte del Duca, & del maeſtro
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              non è mai piu stato poſto al ſuo luogo: anzi non eſſendo a pena co­
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              noſciuto da gli heredi del maeſtro, che nó ne ſanno l'arte, ſe ne gia­
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              ce ſprezzato, & tenuto in pochiſſimo conto. </s>
              <s>Ora dalle ſouradette
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              conſiderationi appare manifeſtamente quanto contra ragione fuſſe
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              perſuaſo quel gran Principe Italiano a uolere con ineſtimabile ſpe­
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              ſa fabricare molini, che con la forza de'contrapeſi, per ſei hore có­
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              tinue faceſſero opera ſimile a quella de glialtri molini or dinari: pe­
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              roche nó è uero, che potendoſi cagionare dal moto d'un contrapeſo,
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              che ſcenda per lo ſpatio di tréta, o quaranta braccia le centinaia di
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              migliaia di giri, li quali a finirſi portino tempo di cinque, o ſei ho­
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              re, ſi poſſa poi anco fare, che il peſo moſſo ſia in grauezza, & in
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              uelocità ſimile ad una macina ordinaria, quando calca ſul grano.
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              <s>Io non credo, per le ragioni dette diſopra, che a produrre tale ef­
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              fetto baſtaſſero duomila peſi di contrapeſi. </s>
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