tituiscano
gli VIII venti: così anchora vi si formano due ottangoli i quali pur’ancho
si taglino fra loro e da amendue si divide la circonferenza in sedici parti
di maniera che ogni quarta vien divisa in quattro parti uguali. </s>
<s>Ma di nuovo si divide in tre parti tali che tutta essendo divisa ugualmente
costituisce XXIIII venti. </s>
<s>Di maniera che tagliandosi insieme i lati delle suddette figure si
costituiranno angoli diversi e disuguali come ottusi e acuti, più acuti o
meno acuti, interni ed esterni ed opposti, come si potrebbe render chiaro
per la figura. </s>
<s>E secondo la disposition di queste linee prodotte da’ venti e secondo ‘l
tagliamento de’ lati delle dette figure si forma tutto ‘l compartimento
della città, cioè le piazze, le strade, i vicoli, gli angiporti, l’isole, i
borghi e ‘siti de’ tempij e d’altri edificij pubblici, e delle porte e delle
torri. </s>
<s>Onde essendo queste parti della città formate dentro alle linee de’ venti e
dentro gl’intersegamenti loro, da’ quali si costituiscano gli angoli,
haveranno necessariamente il sito loro determinato dentro qualche maniera
d’angoli; per la qual cosa ci si manifesta l’uso degli angoli nel fabbricar
le città, come molto meglio ciascuno si potrà certificare che osservi Cesare
Cesariano Milanese nel Comm. di Vitruvio; là dove e con parole e con disegno
dimostra eccellentissimamente il compartimento della città.</s>
</p>
<p type="main">
<s>Nel compartir le superficie de’ piani, cioè di pavimenti degli edificij e
delle piazze e di giardini è necessario servirsi degli angoli; perciochè
sieno le dette superficie di qualunque figura per for
<lb/>
//
<lb/>
mar in
esse qualsivoglia maniera di compartimento bisogna risolverla in più figure
o della medesima specie o di specie diversa, regolari o irregolari; né si
possan formarvi le dette figure senza costituir varie ragioni d’angoli. </s>
<s>Ed in questo si manifesta l’uso loro.</s>
</p>
<p type="main">
<s>I disegni delle fabbriche, o sieno di piante, o di elevationi non si possan
far senza servirsi degli angoli perciochè si formano tirando prima una linea
retta giacente e di poi una perpendicolare nel mezzo dello spatio, cadente
sopra essa e quindi altre linee parallele piane e di poi altre
perpendicolari parimente parallele alla prima perpendicolare le quali
cadendo sopra le linee piane per la .12. definitione e per la .13. e .14.
prop. del primo di Euclide, non posson non formare angoli retti o uguali a
più retti in fra di loro conseguenti. </s>
<s>E questo si è l’uso degli angoli che in questa parte necessariamente si
richiede; perciochè in tale operatione si adoperano le linee piane e le
linee a piombo, con le quali naturalmente si accompagnano gli angoli
retti.</s>
</p>
<p type="main">
<s>Nell’adoperar la squadra si vede manifestamente l’uso degli angoli perciochè
la squadra non è altro che l’angolo retto congionto con la materia; onde è
che dagli Architetti l’angolo retto è detto angolo a squadra. </s>
<s>Perciò che la squadra si compon di due linee rette una cadente sopra l’altra
ad angoli retti, e così anchora l’angolo retto come è manifesto per 12. def.
già citata. </s>
<s>E nell’uso dell’archipendolo si adopra l’angolo; perciochè all’hora sta
diritto e giusto e (come si dice) a livella, quando ‘l filo e ‘l piombino,
detto linea della fiducia, cade perpendicolarmente e forma nella traversa da
ogni banda angoli retti, dividen </s>