Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1dal Maurolico si suppone, gli debilitano anzi, come è dall'altra parte chiaris­
simo per la ragione e per l'esperienza.
Che se veramente son le molteplici
riflessioni che accendono i colori, essendo nell'Iride primaria quelle rifles­
sioni 8, e nella secondaria 32, questa dovrebbe splendere in più vivaci co­
lori di quella.
Or perchè si vede esser tutto il contrario, avrebbe dovuto ser­
vire ciò al Maurolico d'argomento, a persuadersi che quella presa a trattare
da lui non era questione di sola matematìca.
Con miglior consiglio il De Dominis ebbe ricorso all'esperienza, e os­
servando i colori in sfere piene di acqua o in globi di vetro, opportuna­
mente contrapposti ai raggi del sole, si studiò per questa via d'investigare
il mistero.
La via diritta, senza dubbio, e più sicura era quella, ma troppo
imperfette idee aveva delle rifrazioni lo Spalatrese, e intorno alla generazion
de'colori troppo cieca fede ebbe agl'insegnamenti di Vitellione.
In ogni modo,
lasciata da parte ogni matematica dimostrazione, ecco ciò che il De Domi­
nis dice di avere scoperto dalle sue osservazioni sperimentali:
“ Quam varietatem nunc explicare demonstrationibus non est operae
praetium.
Satis est me experimentis clarissimis comperisse in phiala aqua
plena et globulis vitreis aqua similiter plenis, a me ad hunc tantum effectum
perfici curatis, ex fundo G (fig.
41) opposito soli directe, praeter refractio­
106[Figure 106]
Figura 41.
nem quae fit in V, duplices fieri reflexiones, alias statim per latera versus
F et E circulariter, alias vero versus solem prope perpendiculorem BA ad
partem anteriorem versus H et I similiter circulariter, et non per unam so­
lam lineam indivisibilem, sed per plures utrobique, cum aliqua latitudine,
ut sunt in priori reflexione GF, GN, GM; in altera vero GI, GK, GL, quae
latitudo oritur partim ex refractionibus, quae intra globum fiunt cum ag­
gregatione plurium radiorum, partim ex magna latitudine corporis lumi­
nosi PQT ” (De radiis ecc., Venetiis 1611, pag.
14).
Ciò che sperimentalmente rappresentasi nel globo di vetro pien d'acqua,
rappresentasi naturalmente, secondo il De Dominis, nel vapore roridus et
stillans, di ch'è composta la nube. Da'fascetti MF si produce l'iride pri­
maria; dai fascetti IL la secondaria.
I colori sono via via sempre più oscuri,
secondo che maggiore opacità si aggiunge alla chiarezza.
Così GM, dovendo
attraversar maggior parte corporea della palla vitrea, esce mescolato con

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