1maggior ombra degli altri, e perciò sarà di colore più oscuro di tutti gli al
tri, ossia violetto. Per la stessa ragione GF, sarà il più lucido di tutti gli
altri, ossia rosso. “ Dicimus radium GF esse omnium lucidissimum, quia
pertransit minimam crassitiem corpusculi A, radium vero sequentem GN esse
paulo obscuriorem, quia paulo maior ei est globuli A penetranda crassities,
ac demum radium GM esse obscurissimum quia adhuc maiorem penetrat cras
sitiem. Itaque radius GF erit puniceus, GN viridis, GM purpureus ” (ibi,
pag. 56).
tri, ossia violetto. Per la stessa ragione GF, sarà il più lucido di tutti gli
altri, ossia rosso. “ Dicimus radium GF esse omnium lucidissimum, quia
pertransit minimam crassitiem corpusculi A, radium vero sequentem GN esse
paulo obscuriorem, quia paulo maior ei est globuli A penetranda crassities,
ac demum radium GM esse obscurissimum quia adhuc maiorem penetrat cras
sitiem. Itaque radius GF erit puniceus, GN viridis, GM purpureus ” (ibi,
pag. 56).
Secondo un tal principio però i colori I, K, L dovrebbero rappresen
tarsi nel medesimo ordine de'colori F, N, M essendo chiaro che GL attra
versando minor parte corporea della gocciola, ed uscendo fuori perciò me
scolato con minor parte d'ombra, dee essere il più lucido di tutti gli altri,
cioè il rosso, mentre al contrario egli è il più oscuro, cioè il violetto. Ond'è
che, per salvare il fenomeno, dovette l'Autore ricorrere ad altro principio,
ed è che i raggi sien tanto più lucidi, quanto a penetrare il mezzo si sen
ton più forti. Ma perchè tanto si senton più forti, quanto più si accostano
alla perpendicolare, e perciò s'intende come GI debba esser, non come prima,
il violetto ma il rosso, che è il più lucido di tutti gli altri colori. “ A luce
igitur fortiori radius fortior et lucidior reflectetur prope perpendicularem,
cuiusmodi est radius GI, a qua luce iam deflectunt radii, non ex ipso cen
tro lucidissimo G prodeuntes per reflexionem, sed paulo remotiores, ut sunt
radii GK, GL. Propterea radius GI erit lucidissimus, hoc est puniceus, GK
erit viridis, GL erit purpureus ” (ibi, pag. 63).
tarsi nel medesimo ordine de'colori F, N, M essendo chiaro che GL attra
versando minor parte corporea della gocciola, ed uscendo fuori perciò me
scolato con minor parte d'ombra, dee essere il più lucido di tutti gli altri,
cioè il rosso, mentre al contrario egli è il più oscuro, cioè il violetto. Ond'è
che, per salvare il fenomeno, dovette l'Autore ricorrere ad altro principio,
ed è che i raggi sien tanto più lucidi, quanto a penetrare il mezzo si sen
ton più forti. Ma perchè tanto si senton più forti, quanto più si accostano
alla perpendicolare, e perciò s'intende come GI debba esser, non come prima,
il violetto ma il rosso, che è il più lucido di tutti gli altri colori. “ A luce
igitur fortiori radius fortior et lucidior reflectetur prope perpendicularem,
cuiusmodi est radius GI, a qua luce iam deflectunt radii, non ex ipso cen
tro lucidissimo G prodeuntes per reflexionem, sed paulo remotiores, ut sunt
radii GK, GL. Propterea radius GI erit lucidissimus, hoc est puniceus, GK
erit viridis, GL erit purpureus ” (ibi, pag. 63).
La via sperimentale presa dal De Dominis era la retta, ma, per man
canza di cognizioni diottriche, hanno veduto i lettori quanto infelice ne sia
stata la riuscita. I due insigni Ottici italiani insomma, il Dalmata e il Sici
liano, con tutta la loro esperienza e la loro matematica non riuscirono a dar
nella cruna del vero, come pure vi dette l'Imperato, i concetti del quale
ebbero la più splendida illustrazione dal Capitolo VIII delle Meteore del
Cartesio.
canza di cognizioni diottriche, hanno veduto i lettori quanto infelice ne sia
stata la riuscita. I due insigni Ottici italiani insomma, il Dalmata e il Sici
liano, con tutta la loro esperienza e la loro matematica non riuscirono a dar
nella cruna del vero, come pure vi dette l'Imperato, i concetti del quale
ebbero la più splendida illustrazione dal Capitolo VIII delle Meteore del
Cartesio.
Tornato l'Autore ad osservar la palla vitrea preparata a modo del De
Dominis, e costituita di contro al sole in modo che i raggi di lui si riflet
tessero dalla palla stessa alla vista sotto un angolo presso a poco di 42 gradi,
ne'punti D e K (fig. 42) vedeva apparire un vivace color rubicondo, e va
riando alquanto posizione, vedeva, dietro a que'due punti rossi, succedersi
e contrapporsi via via gli altri colori, se non che verso K erano alquanto più
sbiaditi. Riconosciuta in questa esperienza, come lo stesso De Dominis l'aveva
già riconosciuta, la viva rappresentazione delle due Iridi celesti, il Cartesio
passa così a descrivere l'andamento de'raggi dentro la palla vitrea, imma
gine della gocciola della pioggia, da'quali raggi variamente refratti hanno
origine le varie apparenze de'colori:
Dominis, e costituita di contro al sole in modo che i raggi di lui si riflet
tessero dalla palla stessa alla vista sotto un angolo presso a poco di 42 gradi,
ne'punti D e K (fig. 42) vedeva apparire un vivace color rubicondo, e va
riando alquanto posizione, vedeva, dietro a que'due punti rossi, succedersi
e contrapporsi via via gli altri colori, se non che verso K erano alquanto più
sbiaditi. Riconosciuta in questa esperienza, come lo stesso De Dominis l'aveva
già riconosciuta, la viva rappresentazione delle due Iridi celesti, il Cartesio
passa così a descrivere l'andamento de'raggi dentro la palla vitrea, imma
gine della gocciola della pioggia, da'quali raggi variamente refratti hanno
origine le varie apparenze de'colori: