1nio, poichè tanto necessitano a confessare le leggi infallibili della Geometria.
Se poi la Natura opera in ciò diversamente, ha nondimeno questo Autore
adempiuta la parte di ottimo fisico e di matematico senza pari. E di vero
questi ed altri maravigliosi effetti intorno a materia si vasta e cotanto astrusa,
quanto è questa delle riflessioni e delle rifrazioni della luce, non si poteva
pretendere che venissero penetrati giammai da alcun Filosofo, che insieme
non fosse e Filosofo e Geometra sottilissimo; e siccome i passati secoli son
rimasti privi di notizie tanto sublimi, così il presente può gloriarsi di es
ser giunto ad intender, per mezzo prima del Galileo ed ora di si alto inge
gno, che nell'oscurità della Fisica non si vedrà mai lume o certezza di co
gnizione, senza la chiara scorta della purissima Geometria, che è quella che
puote disnebbiar nostro intelletto ” (MSS. Cim., T. XXI, c. 100).
Se poi la Natura opera in ciò diversamente, ha nondimeno questo Autore
adempiuta la parte di ottimo fisico e di matematico senza pari. E di vero
questi ed altri maravigliosi effetti intorno a materia si vasta e cotanto astrusa,
quanto è questa delle riflessioni e delle rifrazioni della luce, non si poteva
pretendere che venissero penetrati giammai da alcun Filosofo, che insieme
non fosse e Filosofo e Geometra sottilissimo; e siccome i passati secoli son
rimasti privi di notizie tanto sublimi, così il presente può gloriarsi di es
ser giunto ad intender, per mezzo prima del Galileo ed ora di si alto inge
gno, che nell'oscurità della Fisica non si vedrà mai lume o certezza di co
gnizione, senza la chiara scorta della purissima Geometria, che è quella che
puote disnebbiar nostro intelletto ” (MSS. Cim., T. XXI, c. 100).
Invitato a riferire al principe dell'Accademia fiorentina intorno all'ipo
tesi ugeniana, che cosa il Viviani avrebbe potuto dire di più giudizioso?
Nessuno può decidere se la Natura operi veramente a quel modo, ma poi
chè ella in tutte le operazioni sue geometrizza, è conforme agl'istituti e al
magistero di lei il modo che vien proposto dall'ingegnosissimo Ugenio.
tesi ugeniana, che cosa il Viviani avrebbe potuto dire di più giudizioso?
Nessuno può decidere se la Natura operi veramente a quel modo, ma poi
chè ella in tutte le operazioni sue geometrizza, è conforme agl'istituti e al
magistero di lei il modo che vien proposto dall'ingegnosissimo Ugenio.
Speculò poco dopo anche il Newton sulle ragioni delle spettacolose
apparenze celesti, ma a che poteva egli risolversi un uomo di quell'indole,
che professava il principio non doversi filosofar della Natura, se non che
sui fatti prima bene osservati? Egli stesso risponde nell'Avvertimento alla
prima edizione dell'Ottica: “ Coronas colorum, quae circum solem et
lunam nonnumquam videntur, conatus sum quadatenus explicare; verum,
inopia plurium observationum, materiam illam aliis penitius explorandam
relinquo. ”
apparenze celesti, ma a che poteva egli risolversi un uomo di quell'indole,
che professava il principio non doversi filosofar della Natura, se non che
sui fatti prima bene osservati? Egli stesso risponde nell'Avvertimento alla
prima edizione dell'Ottica: “ Coronas colorum, quae circum solem et
lunam nonnumquam videntur, conatus sum quadatenus explicare; verum,
inopia plurium observationum, materiam illam aliis penitius explorandam
relinquo. ”
Perciò nel libro I, parte II, dell'opera che segue, accennando il Newton
agli Aloni, commenta le ipotesi dell'Huyghens, concludendo come aveva già
concluso il Viviani che, sebbene non possa dimostrarsi come cosa di fatto,
pur è possibile che la Natura operi a quel modo. “ Quae porro Halos, quo
ties grando apta sit figura, colorata esse poterit: tumque intra rubra erit
facta, radiis minime refrangibilibus, et caerulea extra radiis maxime refran
gibilibus, praesertim si grandinis particulae habeant forte in centris suis
opacos nivis globulos, qui lumen intra Halo intercipientes, quomodo Huge
nius observavit, efficere possint ut interior ipsius pars distinctius, quam alio
qui futurum esset, definita sit. Etenim huiusmodi grandinis particulae, quam
vis globosae, tamen terminando lumen inclusa sua nive exhibere poterunt
Halo rubram intra, et coloris expertem extra, atque etiam obscuriorem in
tra rubram sui partem, quam extra, uti plerumque fieri solet. Etenim ex
radiis qui proxime nivem praeterferuntur rubri refringentur minime, adeo
que ad oculum in lineis directissimis pervenient. Lumen quod a pluviae
gutta post duas refractiones et tres pluresve reflexiones egreditur, vix satis
forte est ad arcum efficiendum qui sub sensum cadat, at in glaciei parti
culis illis cylindraceis, quarum ope Hugenius rationem Parheliorum expli
cal, poterit fortasse sensu percipi ” (Edit. cit., pag. 65).
agli Aloni, commenta le ipotesi dell'Huyghens, concludendo come aveva già
concluso il Viviani che, sebbene non possa dimostrarsi come cosa di fatto,
pur è possibile che la Natura operi a quel modo. “ Quae porro Halos, quo
ties grando apta sit figura, colorata esse poterit: tumque intra rubra erit
facta, radiis minime refrangibilibus, et caerulea extra radiis maxime refran
gibilibus, praesertim si grandinis particulae habeant forte in centris suis
opacos nivis globulos, qui lumen intra Halo intercipientes, quomodo Huge
nius observavit, efficere possint ut interior ipsius pars distinctius, quam alio
qui futurum esset, definita sit. Etenim huiusmodi grandinis particulae, quam
vis globosae, tamen terminando lumen inclusa sua nive exhibere poterunt
Halo rubram intra, et coloris expertem extra, atque etiam obscuriorem in
tra rubram sui partem, quam extra, uti plerumque fieri solet. Etenim ex
radiis qui proxime nivem praeterferuntur rubri refringentur minime, adeo
que ad oculum in lineis directissimis pervenient. Lumen quod a pluviae
gutta post duas refractiones et tres pluresve reflexiones egreditur, vix satis
forte est ad arcum efficiendum qui sub sensum cadat, at in glaciei parti
culis illis cylindraceis, quarum ope Hugenius rationem Parheliorum expli
cal, poterit fortasse sensu percipi ” (Edit. cit., pag. 65).