Bianconi, Giovanni Lodovico, Due lettere di fisica al signor marchese Scipione Maffei, 1746

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43 XXXV
44 XXXVI
45 XXXVII
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47 XXXIX
48 XL
49 XLI
50 XLII
51 XLIII
52 XLIV
53 XLV
54 XLVI
55 XLVII
56 XLVIII
57 XLIX
58 L
59 LI
60 LII
61 (LIII)
62 (LIV)
63 (LV)
64 (LVI)
65 (LVII)
66 (LVIII)
67 (LIX)
68 (LX)
69 (LXI)
70 (LXII)
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69(LXI) Tali appunto ſarebbero come la eſperien-
za ciha inſegnato, il ferroe qualunque al-
tro metallo, il marmoe varj altri corpi di
queſto genere.
quanto adunque più pic-
cole ſaranno le palle, e quanto più gran-
de ſarà il corpo di legno che dentro loro
ſi ſerra, tanto maggiore ſarà lo ſtrepito
che nel romperſi daranno, avvertendo per
altro nel farle, che in queſto caſo fa duo-
po che ſieno robuſte e groſſe le loro pare-
ti, perchè troppo ſottili e troppo deboli,
non reſiſterebbero all urto ed allo sforzo
che dentro di loro fempre più grande an-
drà facendo l’aria, e così pria di raffred-
darſi intieramente ſcoppierebbero da ſeſteſ-
ſe.
Siccome poi il calore è mezzo forſe
il più valevole per rarefar l’ aria, così ne
ſeguirà che ſe porraſſi una di queſte pal-
le in luogo aſſai caldo, come ſarebbe vi-
ciniſſima alla fiamma o ſopra i carboni ac-
ceſi, ſcoppierà queſta probabilmente

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