Gallaccini, Teofilo
,
Trattato sopra gli errori degli architetti
Text
Text Image
Image
XML
Thumbnail overview
Document information
None
Concordance
Notes
Handwritten
Figures
Content
Thumbnails
page
|<
<
(53)
of 257
>
>|
<
echo
version
="
1.0RC
">
<
text
xml:lang
="
it
"
type
="
free
">
<
div
xml:id
="
echoid-div31
"
type
="
section
"
level
="
1
"
n
="
31
">
<
p
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1830
"
xml:space
="
preserve
">
<
pb
o
="
53
"
file
="
0069
"
n
="
69
"
rhead
="
PARTE SECONDA.
"/>
dice Vitruvio nel Lib. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1831
"
xml:space
="
preserve
">2. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1832
"
xml:space
="
preserve
">cap. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1833
"
xml:space
="
preserve
">4.</
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1834
"
xml:space
="
preserve
">, e Plinio nel Lib. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1835
"
xml:space
="
preserve
">35. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1836
"
xml:space
="
preserve
">cap. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1837
"
xml:space
="
preserve
">13. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1838
"
xml:space
="
preserve
">Nè ſarebbe impoſ-
<
lb
/>
ſibile l’aver copia di tali mattoni, quando pur vi ſi
<
unsure
/>
ſaceſſero; </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1839
"
xml:space
="
preserve
">e non vi ſi facen-
<
lb
/>
do, condurre in queſte parti la creta per fargli: </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1840
"
xml:space
="
preserve
">non è poi impoſſibile il condur-
<
lb
/>
re da luoghi lontaniſſimi le colonne, e altri pezzi di marmi di grandezza mag-
<
lb
/>
giore). </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1841
"
xml:space
="
preserve
">O gli appoggiavano ai fianchi con contrafforti, barbacani, e pilaſtri,
<
lb
/>
riempiendo ancora di qua, e di là i peducci di buona muraglia. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1842
"
xml:space
="
preserve
">Si erra altresì,
<
lb
/>
quando non ſi fanno ben ſerrate, nè con buona calcina: </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1843
"
xml:space
="
preserve
">e però quando nol proi-
<
lb
/>
biſca il pericolo d’umidità, è meglio murarle con geſſo; </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1844
"
xml:space
="
preserve
">poichè in tal modo ſi
<
lb
/>
fanno ſaldiſſime per cagione della gagliarda, e ſubita preſa. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1845
"
xml:space
="
preserve
">E’anche grande er-
<
lb
/>
rore il diſarmarle troppo preſto. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1846
"
xml:space
="
preserve
">Finalmente, o per riſparmiar la ſpeſa, o per
<
lb
/>
altra cagione, non è error mediocre il far le volte troppo ſottili, sì perchè
<
lb
/>
non ſon molto atte a reſiſtere al peſo, sì ancora perchè facilmente ſi poſſon
<
lb
/>
rompere, moſſi due, o tre mattoni. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1847
"
xml:space
="
preserve
">E penetrandovi per qualche accidente l’
<
lb
/>
acqua, agevolmente ſi marciſcono, e ſi ſcollegano, e non poſſon reſiſtere a
<
lb
/>
qualche peſo violento di coſa, che ſopra vi cada. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1848
"
xml:space
="
preserve
">E di queſta maniera ſon
<
lb
/>
tutte le volte finte, benchè ſien guardate da palchi, che ſi fidano ne’legnami, che
<
lb
/>
ſon ſallaci, e ſottopoſtia diverſi accidenti. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1849
"
xml:space
="
preserve
">Ma in ſomma più biaſimevole errore ſi
<
lb
/>
è il far le volte di cannicci, le quali ſon ſottopoſte all’ofſeſa del fuoco, e del-
<
lb
/>
l’acqua, nè ſe ne può conſervare il ſeſto loro in ciaſcuna parte; </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1850
"
xml:space
="
preserve
">poichè ſi
<
lb
/>
piegano, ſi ſpezzano, e calano diverſamente, eſſendo di materia arrendevole,
<
lb
/>
e tirate in giù dal peſo dell’intonacatura di calcina, e di geſſo, eſoſtentandoſi
<
lb
/>
ſolamente dai chiodi. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1851
"
xml:space
="
preserve
">Per lo che mi maraviglio molto, che in Napoli, in quel-
<
lb
/>
la così nobil fabbrica dello Studio, le volte delle ſcuole ſieno ſtate fatte di can-
<
lb
/>
nicci, coſa veramente diſdicevole alla dignità di quella fabbrica.</
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1852
"
xml:space
="
preserve
"/>
</
p
>
</
div
>
<
div
xml:id
="
echoid-div32
"
type
="
section
"
level
="
1
"
n
="
32
">
<
head
xml:id
="
echoid-head39
"
xml:space
="
preserve
">CAPO IX.
<
lb
/>
Degli errori nella ſuperfluità, e nel difetto.</
head
>
<
p
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1853
"
xml:space
="
preserve
">LA natura, che è la Maeſtra dell’Arte, nelle opere ſue non è mai diſetto-
<
lb
/>
ſa, nè ſuperſlua. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1854
"
xml:space
="
preserve
">Così l’Arte imitatrice ſua non dee troppo abbondare,
<
lb
/>
nè troppo eſſer manchevole. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1855
"
xml:space
="
preserve
">Nella ſteſſa guiſa l’Architettura, la quale imita
<
lb
/>
la Natura, nelle fabbriche non dee trapaſſare la neceſſità, nè laſciare di far
<
lb
/>
tutto quello, che è neceſſario. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1856
"
xml:space
="
preserve
">E però nel ſabbricare alcuna volta accadono gli
<
lb
/>
errori nel difetto delle coſe neceſſarie, e nella ſuperſluità di quelle, che non ſi
<
lb
/>
richiedono. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1857
"
xml:space
="
preserve
">E gli errori nel mancamento ſono di più maniere; </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1858
"
xml:space
="
preserve
">poichè o ſono
<
lb
/>
nel difetto della groſſezza debita delle muraglie, o dello ſpazio proporzionato de’
<
lb
/>
luoghi, ſecondo la lunghezza, e ſecondo l’altezza: </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1859
"
xml:space
="
preserve
">o nel mancamento di quel-
<
lb
/>
le parti, che rinforzano, e aſſicurano, i fondamenti: </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1860
"
xml:space
="
preserve
">o nel diſetto de’lumi, i
<
lb
/>
qualimancando, ſon cagione, cheiluoghi delle fabbriche ſi poſſono male uſare, st
<
lb
/>
per la malinconìa, che apportano, sì ancora perchè l’aria non vi ſi muta, nè
<
lb
/>
vi traſpira: </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1861
"
xml:space
="
preserve
">ovvero nel diſetto d’alcune membra neceſſarie, come d’architravi, d’
<
lb
/>
archi, di fregj, di cornici, di corone, cioè, di gocciolatoj, e di quelle, le
<
lb
/>
quali avrebbero a eſſere il ſoſtegno della ſabbrica, e di quelle altre, che deb-
<
lb
/>
bono eſſere il compimento, e il termine; </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1862
"
xml:space
="
preserve
">e altre, per le quali l’acqua piova-
<
lb
/>
na tutta ſe ne ſcoli al baſſo, acciocchè l’ediſizio non ſia oſſeſo dall’umido ſo-
<
lb
/>
verchio: </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1863
"
xml:space
="
preserve
">o conſiſtono nel difetto delle baſi. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1864
"
xml:space
="
preserve
">Benchè alcune volte volontaria-
<
lb
/>
mente, e ſenza errore non ſieno ſtate uſate le baſi delle colonne, per uſcir del-
<
lb
/>
lo ſtile ordinario, e per moſtrare, che la fabbrica naſca ſopra il terreno, co-
<
lb
/>
me fanno gli Alberi. </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1865
"
xml:space
="
preserve
">Il che fece ſaviamente quell’Architetto, il quale nel diſegno
<
lb
/>
del Teatro di Marcello, che oggi è detto Monte Savello; </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1866
"
xml:space
="
preserve
">e quell’altro, che
<
lb
/>
nella fronte, e nel portico, che gira intorno al Tempio della Pietà, che anti-
<
lb
/>
camente fu il carcere pubblico, il quale aggiunſe al Tempio nella fronte il
<
lb
/>
portico con ſei colonne, da Vitruvio detto Eſaſtico; </
s
>
<
s
xml:id
="
echoid-s1867
"
xml:space
="
preserve
">e perchè girava intorno
<
lb
/>
alla Cella, congiungendoſi col portico de’fianchi, portico, che ſi direbbe, ſe-
<
lb
/>
condo Vitruvio, ampbiproſtilos, ovvero anfiproſtilo eſaſtico, ſi veggono le co-
<
lb
/>
lonne ſenza baſi, e ſi moſtrano come ſorgenti dalla terra, ſiccome ſono le </
s
>
</
p
>
</
div
>
</
text
>
</
echo
>