1una considerabile lunghezza di tempo, si riscalda assai più ed in sè stessa
ritiene maggior caldezza di quella che si ritenga dall'aria, la quale sia stata
per altrettanto e più tempo esposta ai medesimi raggi solari ” (Firenze 1681,
pag. 89).
ritiene maggior caldezza di quella che si ritenga dall'aria, la quale sia stata
per altrettanto e più tempo esposta ai medesimi raggi solari ” (Firenze 1681,
pag. 89).
Dietro questo infallibile supposto e dietro la considerazione dell'aria,
che è a contatto della pelle ignuda attemperata al calor naturale esalato da
lei, rimossa la quale aria ne sottentra altra in suo luogo, che sottraendo
nuovo calor al contatto è causa del refrigerio prodotto dal vento; il Del Papa
scioglie così concludendo la prima parte del proposto problema: “ Insomma
evidente cosa è che l'acqua d'Arno, benchè in realtà sia notabilmente più
calda dell'aere, ci apparisce fredda nel primo ingresso, perchè toglie da noi
quel nostro proprio vapore ed in questo caso l'acqua fa l'opra istessa che
ci fa in aria il vento, il quale parimente, perchè lungi da noi sospinge l'aria
dalla nostra esalazione riscaldata, e in luogo di quella ci porta attorno altra
ed altra aria; perciò viene a privarci di una parte di caldo, ed in tal guisa
apportarci refrigerio e freddezza ” (ivi, pag. 91).
che è a contatto della pelle ignuda attemperata al calor naturale esalato da
lei, rimossa la quale aria ne sottentra altra in suo luogo, che sottraendo
nuovo calor al contatto è causa del refrigerio prodotto dal vento; il Del Papa
scioglie così concludendo la prima parte del proposto problema: “ Insomma
evidente cosa è che l'acqua d'Arno, benchè in realtà sia notabilmente più
calda dell'aere, ci apparisce fredda nel primo ingresso, perchè toglie da noi
quel nostro proprio vapore ed in questo caso l'acqua fa l'opra istessa che
ci fa in aria il vento, il quale parimente, perchè lungi da noi sospinge l'aria
dalla nostra esalazione riscaldata, e in luogo di quella ci porta attorno altra
ed altra aria; perciò viene a privarci di una parte di caldo, ed in tal guisa
apportarci refrigerio e freddezza ” (ivi, pag. 91).
Quanto al secondo effetto poi preso a spiegare dal Galileo, cioè che
dopo esserci noi trattenuti nell'acqua, se ritorniamo nell'aria sentiamo un
freddo molto notabile, dimodochè allora l'acqua ci sembra assai più calda
dell'aria; “ di tutto ciò, soggiunge il Del Papa, evidentissima cagione si è
l'eccesso della caldezza con cui in realtà l'acqua supera e vince l'aere, onde
uscendo d'un mezzo più caldo di quello nel quale entriamo novellamente,
dobbiamo bene per necessità sentir freddo, non essendo altro il freddo che
mancanza o scemamento di caldo ” (ivi, pag. 92).
dopo esserci noi trattenuti nell'acqua, se ritorniamo nell'aria sentiamo un
freddo molto notabile, dimodochè allora l'acqua ci sembra assai più calda
dell'aria; “ di tutto ciò, soggiunge il Del Papa, evidentissima cagione si è
l'eccesso della caldezza con cui in realtà l'acqua supera e vince l'aere, onde
uscendo d'un mezzo più caldo di quello nel quale entriamo novellamente,
dobbiamo bene per necessità sentir freddo, non essendo altro il freddo che
mancanza o scemamento di caldo ” (ivi, pag. 92).
Nemmen questa, benchè fosse la miglior soluzione che si potesse a
que'tempi dare al Problema, sodisfece poi pienamente agl'ingegni, i quali
trovarono più opportuno d'applicarvi la teoria del calorico latente, oggidì
levata anch'essa di seggio da nuove altre teorie. Perciò bastando allo scopo
nostro di aver mostrato a quali gradi fosse giunto il processo di questo ge
nere di speculazioni termiche, in sulla fine del secolo XVII, le ultime pa
role sopra citate da Giuseppe Del Papa ci aprono la via alla storia di una
questione, che se non è per sè di grande importanza serve pure a dichia
rar meglio il soggetto che abbiamo preso a trattare.
que'tempi dare al Problema, sodisfece poi pienamente agl'ingegni, i quali
trovarono più opportuno d'applicarvi la teoria del calorico latente, oggidì
levata anch'essa di seggio da nuove altre teorie. Perciò bastando allo scopo
nostro di aver mostrato a quali gradi fosse giunto il processo di questo ge
nere di speculazioni termiche, in sulla fine del secolo XVII, le ultime pa
role sopra citate da Giuseppe Del Papa ci aprono la via alla storia di una
questione, che se non è per sè di grande importanza serve pure a dichia
rar meglio il soggetto che abbiamo preso a trattare.
Diceva dianzi l'Autor della Lettera al Redi nient'altro essere il freddo
che mancanza o scemamento di caldo: sentenza che sebbene sia oggidì
da tutti senza controversia tenuta per vera, fu nonostante a'tempi del Del
Papa, specialmente in Firenze, assai disputata. La disputa ebbe origine dal
Gassendo, il quale, nelle sue Animadversiones in Decimum Librum Dio
genis Laertii, rinnovando gli antichi placiti filosofici di Epicuro, professava
che come il caldo è prodotto dagli atomi ignei, così il freddo è prodotto da
altri atomi di natura opposta, e ch'egli perciò appella frigorifici. Quegli atomi
son di necessità in continua lotta fra loro e ora vincono gli uni, ora vin
cono gli altri, per cui si vede un corpo, con ripetuta incessante vicenda,
passare dal freddo al caldo e dal caldo al freddo.
che mancanza o scemamento di caldo: sentenza che sebbene sia oggidì
da tutti senza controversia tenuta per vera, fu nonostante a'tempi del Del
Papa, specialmente in Firenze, assai disputata. La disputa ebbe origine dal
Gassendo, il quale, nelle sue Animadversiones in Decimum Librum Dio
genis Laertii, rinnovando gli antichi placiti filosofici di Epicuro, professava
che come il caldo è prodotto dagli atomi ignei, così il freddo è prodotto da
altri atomi di natura opposta, e ch'egli perciò appella frigorifici. Quegli atomi
son di necessità in continua lotta fra loro e ora vincono gli uni, ora vin
cono gli altri, per cui si vede un corpo, con ripetuta incessante vicenda,
passare dal freddo al caldo e dal caldo al freddo.