1tissimo uomo e versatissimo in queste filosofiche scienze, secondo per l'uti
lità che da questa medesima può aversi circa la speculazione di effetto così
recondito; si deve diligentemente esaminare, e dedurre, se non quella ne
cessaria condizione, almeno qualche apparente congruenza, che in qualche
parte il nostro annebbiato intelletto capaciti e illumini. E prima è necessa
rio fermare un principio dal qual, come da particolar fondamento, dipenda
l'intelligenza di tutto il resto. Vedo dunque, e di questo mio vedere è ca
gione l'esperienza, che quel corpo, che si rende molto facile per ricevere
il calore, sia ancora molto facile a perderlo, per lo che veggo io che l'aria
facilissima a ricevere in sè il calore è anco facilissima a perderlo, onde fu
opinione ancora del Galileo che non si scaldasse punto. L'acqua men facile
dell'aria a scaldarsi è men facile a perdere il calore e il sasso e il ferro,
che via più sempre hanno più difficoltà a scaldarsi, hanno ancora la mede
sima maggior difficoltà a freddarsi. ”
lità che da questa medesima può aversi circa la speculazione di effetto così
recondito; si deve diligentemente esaminare, e dedurre, se non quella ne
cessaria condizione, almeno qualche apparente congruenza, che in qualche
parte il nostro annebbiato intelletto capaciti e illumini. E prima è necessa
rio fermare un principio dal qual, come da particolar fondamento, dipenda
l'intelligenza di tutto il resto. Vedo dunque, e di questo mio vedere è ca
gione l'esperienza, che quel corpo, che si rende molto facile per ricevere
il calore, sia ancora molto facile a perderlo, per lo che veggo io che l'aria
facilissima a ricevere in sè il calore è anco facilissima a perderlo, onde fu
opinione ancora del Galileo che non si scaldasse punto. L'acqua men facile
dell'aria a scaldarsi è men facile a perdere il calore e il sasso e il ferro,
che via più sempre hanno più difficoltà a scaldarsi, hanno ancora la mede
sima maggior difficoltà a freddarsi. ”
“ Quanto poi all'esperienza che prima si scaldi, oppure maggiormente
riceva il calore la palla d'ebano che quella di sughero, io certamente lo
credo, poichè del calore che riceve l'ebano in que'corpuscoli punto o po
chissimo ne tramanda fuori, poichè, imprigionandosi quelli tra le di lui parti
molto ben costipate, non hanno così facile l'esito come in un legno poroso,
qual'è il sughero, il quale è vero che facilmente riceve il calore, ma è anco
verissimo, per quel che di sopra s'è detto, che facilmente lo perde. Onde
in uno spazio d'un tal tempo, nel quale ambe le palle sono state al fuoco,
essendo esse d'ugual mole, e in distanza da esso fuoco uguale, la medesima
quantità di corpuscoli saranno rappresentati all'ebano che al sughero. L'ebano
però de'corpuscoli ignei che ha in sè ricevuto, una particella molto minore
n'ha tramandata di quella del sughero; onde se da cose eguali, cioè da cor
puscoli in quantità uguali ricevuti da ambe le palle, se ne levano diseguali
quantità, non v'è dubbio alcuno che, di dove ne saranno levati meno, più
ne rimarranno. Onde l'ebano, che assai meno ne ha mandati fuora del su
ghero, più in sè ne averà ritenuti, e perciò dovrà esser più caldo del me
desimo sughero. ”
riceva il calore la palla d'ebano che quella di sughero, io certamente lo
credo, poichè del calore che riceve l'ebano in que'corpuscoli punto o po
chissimo ne tramanda fuori, poichè, imprigionandosi quelli tra le di lui parti
molto ben costipate, non hanno così facile l'esito come in un legno poroso,
qual'è il sughero, il quale è vero che facilmente riceve il calore, ma è anco
verissimo, per quel che di sopra s'è detto, che facilmente lo perde. Onde
in uno spazio d'un tal tempo, nel quale ambe le palle sono state al fuoco,
essendo esse d'ugual mole, e in distanza da esso fuoco uguale, la medesima
quantità di corpuscoli saranno rappresentati all'ebano che al sughero. L'ebano
però de'corpuscoli ignei che ha in sè ricevuto, una particella molto minore
n'ha tramandata di quella del sughero; onde se da cose eguali, cioè da cor
puscoli in quantità uguali ricevuti da ambe le palle, se ne levano diseguali
quantità, non v'è dubbio alcuno che, di dove ne saranno levati meno, più
ne rimarranno. Onde l'ebano, che assai meno ne ha mandati fuora del su
ghero, più in sè ne averà ritenuti, e perciò dovrà esser più caldo del me
desimo sughero. ”
“ Il soggiunger poi che, mediante l'espansione si fa e si genera il ca
lore asserito per sentenza di Democrito, e però il sughero, conforme si dice,
avendo maggiore espansione doverà avere maggior calore; a questo io ve
ramente direi prima non aver letto l'opinione di Democrito, ma che dubito
grandemente che simile espansione deva piuttosto ritrovarsi nell'agente, cioè
nel corpo che ha da scaldare, non in quello che ha da essere scaldato, poi
chè giudicherei io che l'espansione de'corpuscoli sia piuttosto un deperdi
mento di calore che accrescimento, e ciò mi vien persuaso, poichè molto più
facilmente si scalderà un liquore appresentato al fuoco, e posto dentro ad un
vaso coperto, che ad uno senza coperchio, il quale altro alla fine non fa che
impedire l'espansione de'corpuscoli, che è forza confessar causa del riscal
damento ” (ivi, c. 24, 25).
lore asserito per sentenza di Democrito, e però il sughero, conforme si dice,
avendo maggiore espansione doverà avere maggior calore; a questo io ve
ramente direi prima non aver letto l'opinione di Democrito, ma che dubito
grandemente che simile espansione deva piuttosto ritrovarsi nell'agente, cioè
nel corpo che ha da scaldare, non in quello che ha da essere scaldato, poi
chè giudicherei io che l'espansione de'corpuscoli sia piuttosto un deperdi
mento di calore che accrescimento, e ciò mi vien persuaso, poichè molto più
facilmente si scalderà un liquore appresentato al fuoco, e posto dentro ad un
vaso coperto, che ad uno senza coperchio, il quale altro alla fine non fa che
impedire l'espansione de'corpuscoli, che è forza confessar causa del riscal
damento ” (ivi, c. 24, 25).
Le illustrazioni, che alle dottrine professate da Galileo intorno al calore