1l'opposito, perchè non solo non discende alcuna delle galleggianti, ma ne
sormonta dal fondo alla superficie dove si fermano, e crescendo il calore
ambiente se ne vedono salire altre e altre di mano in mano, e prima quelle
che prima si fanno di egual gravità in specie con l'acqua, e poi di minore,
ma tutte con moto tardissimo ed impercettibile dalla vista, che alcune volte
appariscono starsene ferme in mezzo l'acqua per lunghissimo tempo. ”
sormonta dal fondo alla superficie dove si fermano, e crescendo il calore
ambiente se ne vedono salire altre e altre di mano in mano, e prima quelle
che prima si fanno di egual gravità in specie con l'acqua, e poi di minore,
ma tutte con moto tardissimo ed impercettibile dalla vista, che alcune volte
appariscono starsene ferme in mezzo l'acqua per lunghissimo tempo. ”
“ Tornando poi a raffreddarsi l'aria e insieme l'acqua del vaso, si
vede non solo discendere quelle palline che prima per il calore sormonta
vano, e queste con ordine prepostero, perchè quelle che furono le ultime a
salire son le prime a calare a basso, e di mano in mano descendono quelle
che anticipavano le altre nel salire, ma ancora di quelle che nel primo stato
dell'acqua stavano a galla, e che crescendo il freddo, cioè scemando sem
pre più il calore dell'acqua, si riducono tutte le palline galleggianti a toc
care il fondo del vaso, effetto di cui altra non può essere la cagione se non
che il calore che s'introdusse nell'acqua per mezzo dell'aria ambiente più
e con maggior proporzione rarefà la cera che l'acqua, cioè con maggior
proporzione si scema la gravità in specie della cera che dell'acqua, e per
il contrario, partendosi il calore, cioè raffreddandosi l'acqua, più e con
maggior proporzione si condensa e si fa più grave in specie la cera che
l'acqua. ”
vede non solo discendere quelle palline che prima per il calore sormonta
vano, e queste con ordine prepostero, perchè quelle che furono le ultime a
salire son le prime a calare a basso, e di mano in mano descendono quelle
che anticipavano le altre nel salire, ma ancora di quelle che nel primo stato
dell'acqua stavano a galla, e che crescendo il freddo, cioè scemando sem
pre più il calore dell'acqua, si riducono tutte le palline galleggianti a toc
care il fondo del vaso, effetto di cui altra non può essere la cagione se non
che il calore che s'introdusse nell'acqua per mezzo dell'aria ambiente più
e con maggior proporzione rarefà la cera che l'acqua, cioè con maggior
proporzione si scema la gravità in specie della cera che dell'acqua, e per
il contrario, partendosi il calore, cioè raffreddandosi l'acqua, più e con
maggior proporzione si condensa e si fa più grave in specie la cera che
l'acqua. ”
“ Che l'acqua in questa esperienza si riscaldasse o si raffreddasse me
ne sono accertato per mezzo de'gradi del Termometro, che ho tenuto im
merso nella medesima acqua, quale mi mostrava che, quando cresceva il
numero de'gradi sopra il primo stato dell'aggiustamento delle palline, al
cune di quelle che erano in fondo salivano a galla, e che quando il numero
de'gradi si faccia minore del primo stato alcune di quelle che prima gal
leggiavano se ne andranno in fondo ” (ivi, c. 7).
ne sono accertato per mezzo de'gradi del Termometro, che ho tenuto im
merso nella medesima acqua, quale mi mostrava che, quando cresceva il
numero de'gradi sopra il primo stato dell'aggiustamento delle palline, al
cune di quelle che erano in fondo salivano a galla, e che quando il numero
de'gradi si faccia minore del primo stato alcune di quelle che prima gal
leggiavano se ne andranno in fondo ” (ivi, c. 7).
Tra le prime osservazioni e queste esperienze, colle quali il Viviani
s'accertò che la cera vien rarefatta dal calore, passò qualche spazio di tempo,
che quell'avverbio finalmente dice dover essere stato non breve e anzi al
quanto penoso. Il definir con misura certa lo spazio di quel tempo non sa
rebbe possibile, ma non si erra dal vero dicendo che quelle prime osserva
zioni appartengono al secondo periodo della sperimentale Accademia medicea
e che queste esperienze appartengono a'primi anni del terzo periodo.
s'accertò che la cera vien rarefatta dal calore, passò qualche spazio di tempo,
che quell'avverbio finalmente dice dover essere stato non breve e anzi al
quanto penoso. Il definir con misura certa lo spazio di quel tempo non sa
rebbe possibile, ma non si erra dal vero dicendo che quelle prime osserva
zioni appartengono al secondo periodo della sperimentale Accademia medicea
e che queste esperienze appartengono a'primi anni del terzo periodo.
Il Viviani succeduto al Torricelli in rappresentar quella seconda età di
essa Accademia, conferiva le sue osservazioni termostatiche con i colleghi
Borelli e Rinaldini, al primo de'quali venne in pensiero di poter adattar
simili palline fatte di vetro temperate con migliarole a pesar, com'ei diceva,
il caldo e il freddo, desumendo quel peso dal grado dell'immersione indi
cato da un'asticella divisa in parti e congiunta al vetro che affiori il liquido
ora più alto ora basso, secondo che cresce o scema all'ambiente la tempe
ratura. Di ciò faceva motto il Borelli stesso al principe Leopoldo in una let
tera scrittagli il di 17 Gennaio 1660 da Pisa. “ Non veggo far menzione di
alcune scritture che inviai a V. A. li giorni passati di non so che capricci
essa Accademia, conferiva le sue osservazioni termostatiche con i colleghi
Borelli e Rinaldini, al primo de'quali venne in pensiero di poter adattar
simili palline fatte di vetro temperate con migliarole a pesar, com'ei diceva,
il caldo e il freddo, desumendo quel peso dal grado dell'immersione indi
cato da un'asticella divisa in parti e congiunta al vetro che affiori il liquido
ora più alto ora basso, secondo che cresce o scema all'ambiente la tempe
ratura. Di ciò faceva motto il Borelli stesso al principe Leopoldo in una let
tera scrittagli il di 17 Gennaio 1660 da Pisa. “ Non veggo far menzione di
alcune scritture che inviai a V. A. li giorni passati di non so che capricci