1farla abbassare di più, e fatto qui un segno differente da tutti gli altri, e
levato il ghiaccio, l'aria di dentro tornerà a riscaldarsi, e tanto quanto calore
vi entrerà (per ridursi allo stato dell'aria ambiente il vaso) tant'acqua ap
punto s'alza nel cannello sopra il segno F. Sia per esempio tornata al se
gno E, che il numero delle particelle che saranno tra F ed E ci danno i
gradi del calore dell'aria del vaso, per conseguenza dell'ambiente, e segui
tando a riscaldarsi, cioè ad occupar più luogo, per altrettanto luogo si alzerà
l'acqua sopra F, come sino in C, sicchè, se tra F ed E saranno 20, e tra F
e C 35, diremo il calor dell'aria del primo stato naturale, al calor della me
desima aria nel secondo stato, esser come 20 a 35 secondo il supposto. Ma
gli stati dell'aria dentro il vaso sono i medesimi dell'aria ambiente, adun
que con tale Strumento potrò sapere in numeri il caldo dell'aria in diversi
tempi ed in diversi luoghi, perchè se alli 25 di Marzo per esempio il nu
mero de'posti sopra F sarà 12, e sia 12 ancora alli 22 di Settembre, dirò
che in questi giorni è stato il medesimo caldo, ancora potrò sapere di tutto
l'anno il massimo caldo ed il minimo, che noi chiamiamo il maggior freddo,
e quanto sia il calor d'una stanza rispetto a quello d'un'altra ” (ivi, c. 100).
levato il ghiaccio, l'aria di dentro tornerà a riscaldarsi, e tanto quanto calore
vi entrerà (per ridursi allo stato dell'aria ambiente il vaso) tant'acqua ap
punto s'alza nel cannello sopra il segno F. Sia per esempio tornata al se
gno E, che il numero delle particelle che saranno tra F ed E ci danno i
gradi del calore dell'aria del vaso, per conseguenza dell'ambiente, e segui
tando a riscaldarsi, cioè ad occupar più luogo, per altrettanto luogo si alzerà
l'acqua sopra F, come sino in C, sicchè, se tra F ed E saranno 20, e tra F
e C 35, diremo il calor dell'aria del primo stato naturale, al calor della me
desima aria nel secondo stato, esser come 20 a 35 secondo il supposto. Ma
gli stati dell'aria dentro il vaso sono i medesimi dell'aria ambiente, adun
que con tale Strumento potrò sapere in numeri il caldo dell'aria in diversi
tempi ed in diversi luoghi, perchè se alli 25 di Marzo per esempio il nu
mero de'posti sopra F sarà 12, e sia 12 ancora alli 22 di Settembre, dirò
che in questi giorni è stato il medesimo caldo, ancora potrò sapere di tutto
l'anno il massimo caldo ed il minimo, che noi chiamiamo il maggior freddo,
e quanto sia il calor d'una stanza rispetto a quello d'un'altra ” (ivi, c. 100).
III.
Se potessimo sperare che fossero queste pagine lette da qualche Fisico
de'nostri giorni, il quale va riguardando com'un'anticaglia oramai insop
portabile l'opinion di coloro che ammettono essere il calore un agente im
ponderoso, tutto compiacendosi nelle moderne teorie del moto vibratorio e
dell'unità delle forze; a sentire il Borelli e il Viviani proporre strumenti da
pesare il caldo e il freddo, e a vedere i seguaci di Galileo additare gl'igni
coli ch'entrano ed escono dal vetro di un'ampolla piena d'acqua posata sul
fuoco, direbbero senza dubbio ch'era impossibile riuscisse quella gente a
intender nulla delle proprietà del calore. Eppure è un fatto che se ne in
tesero tanto da trasmettere agli sconoscenti nepoti un'eredità di scienza ter
mica da giudicarsi non troppo scarsa, riguardata in sè, ma che riguardata
in comparazione della boriosa scienza moderna, dovrebbesi dire una dovi
zia. Per quel che infatti concerne il così detto calorico di stato o di comu
nicazione le vecchie ipotesi degl'ignicoli erano, nella loro semplicità e na
turalezza, atte a spiegare i fatti forse meglio delle teorie presenti, e quanto
al calorico raggiante riguardandolo nel maggior numero de'casi inseparabile
dalla luce v'applicarono le stesse leggi di lei nel diffondersi e nel riflettersi
dalla superficie de'corpi, ond'è che si possono dagli stessi trattati di Ot
tica argomentare, di questa parte della scienza termica degli antichi, le ve
rità e gli errori.
de'nostri giorni, il quale va riguardando com'un'anticaglia oramai insop
portabile l'opinion di coloro che ammettono essere il calore un agente im
ponderoso, tutto compiacendosi nelle moderne teorie del moto vibratorio e
dell'unità delle forze; a sentire il Borelli e il Viviani proporre strumenti da
pesare il caldo e il freddo, e a vedere i seguaci di Galileo additare gl'igni
coli ch'entrano ed escono dal vetro di un'ampolla piena d'acqua posata sul
fuoco, direbbero senza dubbio ch'era impossibile riuscisse quella gente a
intender nulla delle proprietà del calore. Eppure è un fatto che se ne in
tesero tanto da trasmettere agli sconoscenti nepoti un'eredità di scienza ter
mica da giudicarsi non troppo scarsa, riguardata in sè, ma che riguardata
in comparazione della boriosa scienza moderna, dovrebbesi dire una dovi
zia. Per quel che infatti concerne il così detto calorico di stato o di comu
nicazione le vecchie ipotesi degl'ignicoli erano, nella loro semplicità e na
turalezza, atte a spiegare i fatti forse meglio delle teorie presenti, e quanto
al calorico raggiante riguardandolo nel maggior numero de'casi inseparabile
dalla luce v'applicarono le stesse leggi di lei nel diffondersi e nel riflettersi
dalla superficie de'corpi, ond'è che si possono dagli stessi trattati di Ot
tica argomentare, di questa parte della scienza termica degli antichi, le ve
rità e gli errori.