Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

Page concordance

< >
< >
page |< < of 3504 > >|
1gerezza e augumento di mole; e l'acqua nel ghiacciarsi cresce di mole e il
ghiaccio già fatto è più legger dell'acqua standovi a galla ” (Alb.
XII, 12).
Rispondevano i Peripatetici che il ghiaccio galleggia per ragion della
figura sua larga e piana, nò per esser più leggero dell'acqua, ond'è che
pigliando Galileo di qui occasione a trattar delle galleggianti, lasciò il ca­
rico ad altri di dimostrar come l'acqua sola non partecipi agli effetti di
condensazione consueti operarsi dal freddo in tutti gli altri corpi.
I seguaci del Gassendo dicevano essere gli atomi frigorifici che insi­
nuandosi dentro l'acqua ne fanno ricrescere la mole e la induriscono ce­
mentandone insieme le particelle.
Ma a costoro era facile rispondere che
sottentrando gli atomi frigorifici in luogo de'calorifici sarebbero dovute così
la mole come la gravità rimaner le medesime, non vedendosi ragione perchè
debban gli atomi del freddo riuscir più leggeri e più voluminosi di quelli
del caldo.
I seguaci di Galileo ammettendo che i vacui dell'acqua liquida sien
pieni di un vapore igneo, fatto esalar questo dal freddo, l'acqua stessa per
dir così si secca, e diventa più leggera.
“ Mirabile quidem, lasciò scritto di
propria mano il Viviani, est magni Galilaei praeceptoris mei amatissimi ef­
fatum.... Soliditatem nempe et consistentiam metallorum non ex alia forsan
pendere causa quam ex vacuo .... Aqua vero semper fluit cum ipsius athomi
semper sint admistae vapore, qui vacuum replet, qui tamen vapor interdum
ob nimium frigus expellitur et aqua, ut ita dicam, siccatur et fit glacies,
cum inter ipsius athomos remaneant vacua ac propterea glacies aquae su­
pernatat ” (MSS. Gal.
Disc., T. CXXXV, c. 17).
Così però non rendevasi ragione del ricrescimento di mole, per cui il
Dati ebbe a dire che un tal fatto, il quale sempre si osserva negli agghiac­
ciamenti dell'acqua, faceva cadere tutta quella speculazione.
“ E'fu un tempo
che io credetti che partendosi le minime particelle del foco totalmente dal­
l'acqua ne seguisse che restando l'acqua in tutto priva di calore cioè di
foco diventasse freddissima.
E perchè in quegli ultimi spazii ripieni dal fuoco
non potesse entrare altro (perciocchè piccolissimi fossero ed impermeabili ad
ogni altro corpo) detti spazii restassero voti e per così dire pieni di vacui,
i quali vacui disseminati fossero cagione sì dell'agghiacciamento .... sì della
leggerezza del ghiaccio sopra l'acqua, essendone partito il foco ponderoso e
rimastovi il vacuo senza pro niuno.
Ma veggendosi che l'acqua agghiac­
ciando cresce di mole, cade a terra tutta questa speculazione, ed è neces­
sario vedere che cosa sia quella che entra nell'acqua a farla coagulare e
crescere insieme, vedendosi chiaro non potersi dare agghiacciamento senza
augumento, onde quello che fa crescere certo è che è anche la necessaria
cagione dell'agghiacciamento ” (MSS. Cim., T. XXXIV, c.
37).
Nessuno aveva ancora badato a quelle bolle disseminate per la mole
del ghiaccio rimaste ivi dentro prese, per così dire, alle reti del freddo.
Il
Gassendo è vero ne aveva fatto qualche cenno, ma non essendosi troppo
chiaramente espresso, sfuggì per qualche tempo all'accortezza degli stessi

Text layer

  • Dictionary
  • Places

Text normalization

  • Original
  • Regularized
  • Normalized

Search


  • Exact
  • All forms
  • Fulltext index
  • Morphological index