DelMonte, Guidubaldo, Le mechaniche

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In queſto luogo egli conuiene auertire, il che poteuaſi anco fare di ſopra à carte cin
que
preſſo la fine della ſeconda faccia oue è ſcritto.
oltre à ciò poſsiamo conſide­
rare
le coſe che ſeguono in tutto al modo iſteſſo.
Che queſto autore è ſtato il
primo
à conſiderare eſquiſitamente la bilancia, & intenderla dalla natura, & dal
vero
eſſer ſuo; pero che egli il primiero di tutti ha manifeſtato chiaramente il mo
do
del trattarla, & inſegnarla, con proporre tre centri da eſſere conſiderati in que
ſta
ſpeculatione; l'uno è il centro del mondo, l'altro il centro della bilancia, & il
terzo
il centro della grauezza della bilancia, che in eſſa era vn naſcoſto ſecreto di
natura
.
Senza queſti tre centri, chiara coſa è, che non ſi puote venire in conoſci­
mento
perfetto, ne dimoſtrare gli effetti varij della bilancia, i quali naſcono dalla
diuerſità
del collo care il centro della bilancia in tre modi, cioè quando il
centro
della bilancia ſta ſopra il centro della grauezza di eſſa, ouero quando è
di
ſotto, o pure allhorche il centro della bilancia è nell'iſteſſo centro della gra­
uezza
di lei; ſi come l'autore inſegna nella tre precedenti dimoſtrationi, cioè
nella
ſeconda, nella terza, & nella quarta propoſitione: peroche nella ſeconda mo­
ſtra
quando la bilancia torna ſempre egualmente diſtante dall'orizonte; nella ter­
za
quando non ſolo non ritorna, ma ſi moue al contrario; nella quarta, che
eſſendo
la bilancia ſoſtenuta nel ſuo centro dalla grauezza ſta ferma douunque el
la
ſi troua, il quale effetto in particolare non è piu ſtato tocco, ne veduto, ne man
co
da niuno manifeſtato, fuor che dall'autore: anzi fin hora tenuto falſo, & impoſ
ſibile
da tutti gli predeceſſori noſtri; i quali con molte ragioni ſi ſono sforzati di
prouare
non ſolamente il contrario, ma hanno etiandio affermato per certo, che
la
ſperíenza moſtra la bilancia non dimorare gia mai ferma ſe non quando ella è
egualmente
diſtante dall'orizonte.
Laqual coſa in tutto è contraria alla ragione
prima
, per eſſere la dimoſtratione della ſudetta quarta propoſitione tanto chiara,
facile
, & vera, che non , come ſe le poſſa in modo alcuno contradire: & poi al­
l
'eſperienza concioſia che l'autore habbia fatto ſottiliſsimamente lauorare bilan­
cie
giuſte a poſta per chiarire queſta verità, vna delle quali io veduto in mano
dell
'Illuſtre Signor Gio. Vicenzo Pinello, mandatagli dall'iſteſſo autore, la quale
per
eſſere ſoſtenuta nel centro della ſu a grauezza, moſſa douunque ſi vuole, & poi
laſciata
, ſtà ferma in ogni ſito doue ella vien laſciata.
Ben è egli vero, che non bi
ſogna
, nel fare coteſta eſperienza, correr coſi a furia, per eſſere coſa oltra modo
difficile
, come dice l'áutore di ſopra, il fare vna bilancia, la quale ſia nel mezo del
le
ſue braccia ſoſtenuta à punto, & nel centro proprio della ſua grauezza.
Per la
qual
coſa egli è da por mente, che qual'hora alcuno ſi metteſſe à far cotale eſperien
za
, & non gli riuſciſſe, non perciò ſi deue ſgomentare, anzi dica pur fermamente
di
non hauer bene operato, & vn'altra volta ritorni à farne la ſperienza, fin che la
bilancia
ſia giuſta, & eguale, & venga ſoſtenuta à punto nel centro della grauez­
za
ſua.
Et benche da altri ſiano ſtate tocche le altre due predette ſpeculationi, cioè
quando
la bilancia ritorna ſempre egualmente diſtante dall'orizonte, & quando
ſi
moue al contrario di queſto ſito, tuttauia non ſi è piu inteſa queſta verità gia
mai
apertamente, ſe non dall'autore noſtro; peroche gli altri non hanno co'l ſen­
no
penetrato in ciò tanto auanti, che habbiano ſaputo con diſtintione conſidera
re
il centro della bilancia in tre modi, come narrato.
Che ſe hanno pur diuiſa
to
qualche coſa d'intorno à queſto, l'hanno fatto confuſiſsimamente, & con ma
le
dimoſtrationi, dalle quali non ſi puote cauare ferma conchiuſione, & chiara.
Que
sti
predeceſſori noſtri hanſi da intendere i moderni ſcrittori di cotal materia alle­
gati
in diuerſi luoghi dall'autore, fra quali Giordano, che ſcriſſe de'peſi riputa­

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