1ante annos ferme quatuor supra triginta in hanc considerationem incidisse,
eiusque rude aliquod specimen exhibuisse in Epistola De platonica circum
pulsione, quam sub idem tempus nimium festinanter scripseram. Sed ecce
post exactos ab edita Dissertatione nostra tres annos prodit Libellus Johan
nis Pecqueti, ex quo palam factum est ingeniosissimum Robervallium ad
exquirendam hanc spontaneam aeris distractionem dilatationemque sedulo
incubuisse, eamque pluribus argumentis ab experientia deductis evidentis
sime demonstrasse. Tum vero primum, ni fallor, in usu fuere verba illa
elater seu vis elastica, quae respondere iis videntur, quibus usus est Lu
cretius, qui saepe memoravit a circumfuso aere res agitari et verberari ”
(Progymnasm. post., Neapoli 1688, pag. 11).
eiusque rude aliquod specimen exhibuisse in Epistola De platonica circum
pulsione, quam sub idem tempus nimium festinanter scripseram. Sed ecce
post exactos ab edita Dissertatione nostra tres annos prodit Libellus Johan
nis Pecqueti, ex quo palam factum est ingeniosissimum Robervallium ad
exquirendam hanc spontaneam aeris distractionem dilatationemque sedulo
incubuisse, eamque pluribus argumentis ab experientia deductis evidentis
sime demonstrasse. Tum vero primum, ni fallor, in usu fuere verba illa
elater seu vis elastica, quae respondere iis videntur, quibus usus est Lu
cretius, qui saepe memoravit a circumfuso aere res agitari et verberari ”
(Progymnasm. post., Neapoli 1688, pag. 11).
Comunque sia è un fatto che, poco dopo la metà del secolo XVII, si
riteneva che l'elaterio fosse una proprietà recentemente scoperta o dimo
strata nell'aria. Lo Schott, per esempio, pubblicando nel 1664 la sua Tecnica
curiosa, discute nel cap. X del lib. IV la questione di questa elasticità come
controversa, e incomincia: “ Recentiores pneumaticorum experimentorum
scriptores aeri non tantum pondus sed elaterem quoque, seu vim ac pote
statem elasticam attribuunt, hoc est innatum ac spontaneum nisum ad sese
rarefaciendum ac dilatandum, quo prementibus circum se corporibus resistat,
et ubi liber ab eorum pressione est spontanea dilatatione sese ad statum sibi
naturaliter debitum reducat ” (Norimbergae, pag. 292). E proseguendo ivi
nel § I a esporre in che modo que'recenti Pneumatici dimostrassero la pro
prietà innata che ha l'aria di restituirsi al suo primo volume, cita gli Espe
rimenti nuovi del Boyle, che ricorre agli esempi della spugna “ quae com
pressa constringitur et a pressione libera sponte se se iterum dilatat, et ad
pristinam suam molem reducit ” (ibi, pag. 293) come già il Castelli era pa
recchi anni prima ricorso all'esempio della lana e della bambagia.
riteneva che l'elaterio fosse una proprietà recentemente scoperta o dimo
strata nell'aria. Lo Schott, per esempio, pubblicando nel 1664 la sua Tecnica
curiosa, discute nel cap. X del lib. IV la questione di questa elasticità come
controversa, e incomincia: “ Recentiores pneumaticorum experimentorum
scriptores aeri non tantum pondus sed elaterem quoque, seu vim ac pote
statem elasticam attribuunt, hoc est innatum ac spontaneum nisum ad sese
rarefaciendum ac dilatandum, quo prementibus circum se corporibus resistat,
et ubi liber ab eorum pressione est spontanea dilatatione sese ad statum sibi
naturaliter debitum reducat ” (Norimbergae, pag. 292). E proseguendo ivi
nel § I a esporre in che modo que'recenti Pneumatici dimostrassero la pro
prietà innata che ha l'aria di restituirsi al suo primo volume, cita gli Espe
rimenti nuovi del Boyle, che ricorre agli esempi della spugna “ quae com
pressa constringitur et a pressione libera sponte se se iterum dilatat, et ad
pristinam suam molem reducit ” (ibi, pag. 293) come già il Castelli era pa
recchi anni prima ricorso all'esempio della lana e della bambagia.
Rimeditando sopra questi fatti occorre a distinguere fra l'elasticità del
l'aria dimostrata dalla pressione di pesi esterni e dalla pressione in sè stessa.
Quanto al primo caso non ci è dubbio che l'esperienza del Porta e l'appli
cazione che ne fece il Vincenti al Fucile pneumatico, non che l'esperienza
di Galileo sulla compressione dell'aria, non dimostrassero sufficientemente
l'elaterio di lei. Quanto al secondo caso occorreva sperimentare nel vuoto
torricelliano, come fece il Robervall, o come il Boyle sotto la campana della
Macchina pneumatica. Così a parer nostro si spiega come potessero appresso
gli stranieri apparir nuove le cose che avevano i Nostri molto prima spe
rimentate.
l'aria dimostrata dalla pressione di pesi esterni e dalla pressione in sè stessa.
Quanto al primo caso non ci è dubbio che l'esperienza del Porta e l'appli
cazione che ne fece il Vincenti al Fucile pneumatico, non che l'esperienza
di Galileo sulla compressione dell'aria, non dimostrassero sufficientemente
l'elaterio di lei. Quanto al secondo caso occorreva sperimentare nel vuoto
torricelliano, come fece il Robervall, o come il Boyle sotto la campana della
Macchina pneumatica. Così a parer nostro si spiega come potessero appresso
gli stranieri apparir nuove le cose che avevano i Nostri molto prima spe
rimentate.
Ne avremo di ciò una conferma confrontando insieme l'illustrazione data
da Galileo (Alb. VI, pag. 10, 11) e dallo Schott (Mechanica hydraulico-pneu
matica, Herbipoli 1657, pag. 50-52) intorno al modo di operare della Lu
cerna eroniana. Il Fisico tedesco avvertendo che il tubo, il quale attraversa
il diaframma e scende nella cavità inferiore che fa da piede alla Lucerna,
deve essere munito di chiavetta, determina la lunghezza di esso tubo rispetto
alla lunghezza dell'altro tubo, che dalla coppa sale a portar l'olio su al boc-
da Galileo (Alb. VI, pag. 10, 11) e dallo Schott (Mechanica hydraulico-pneu
matica, Herbipoli 1657, pag. 50-52) intorno al modo di operare della Lu
cerna eroniana. Il Fisico tedesco avvertendo che il tubo, il quale attraversa
il diaframma e scende nella cavità inferiore che fa da piede alla Lucerna,
deve essere munito di chiavetta, determina la lunghezza di esso tubo rispetto
alla lunghezza dell'altro tubo, che dalla coppa sale a portar l'olio su al boc-