1ciolo del lucignolo, quasi che il volume dell'aria dovess'essere uguale al vo
lume dell'aria espulsa, e l'aria stessa non operasse che per solo effetto di
impenetrabilità, e nulla per forza elastica. Galileo invece contentandosi di
ammetter, qualunque sia la lunghezza del tubo, una comunicazione fra il
recipiente superiore e l'inferiore della Lucerna, mostra al contrario dello
Schott di credere che l'aria nella coppa dell'olio prema per forza elastica
sull'olio stesso, da farlo risalir per tale impulsione infino al bocciolo del lu
cignolo a farlo ardere in fiamma.
lume dell'aria espulsa, e l'aria stessa non operasse che per solo effetto di
impenetrabilità, e nulla per forza elastica. Galileo invece contentandosi di
ammetter, qualunque sia la lunghezza del tubo, una comunicazione fra il
recipiente superiore e l'inferiore della Lucerna, mostra al contrario dello
Schott di credere che l'aria nella coppa dell'olio prema per forza elastica
sull'olio stesso, da farlo risalir per tale impulsione infino al bocciolo del lu
cignolo a farlo ardere in fiamma.
Se però dall'esperienza descritta negli Spiritali dal Porta, Galileo allora
giovane fu persuaso dell'elasticità dell'aria, e l'applicò a spiegare ad Alvise
Mocenigo che n'era curioso il modo della Lucerna eroniana, non seppe ap
plicarla, ciò che sarebbe stato assai più importante, alle onde sonore, le quali
non si diffondono per pressione idrostatica come quelle dell'acqua, ma per
condensazione e per rarefazione. Da questo ostacolo rimase chiusa per lungo
tempo la via da conoscere la verità, come vedesi confermato dall'esame delle
dottrine acustiche professate da tutti i Fisici infino al Newton, i quali ben
chè fossero oramai fatti certi per tante ripetute prove dell'elasticità dell'aria,
pur sedotti dalle dottrine stoiche non seppero, come Galileo non seppe, ap
plicarla alla generazione del suono.
giovane fu persuaso dell'elasticità dell'aria, e l'applicò a spiegare ad Alvise
Mocenigo che n'era curioso il modo della Lucerna eroniana, non seppe ap
plicarla, ciò che sarebbe stato assai più importante, alle onde sonore, le quali
non si diffondono per pressione idrostatica come quelle dell'acqua, ma per
condensazione e per rarefazione. Da questo ostacolo rimase chiusa per lungo
tempo la via da conoscere la verità, come vedesi confermato dall'esame delle
dottrine acustiche professate da tutti i Fisici infino al Newton, i quali ben
chè fossero oramai fatti certi per tante ripetute prove dell'elasticità dell'aria,
pur sedotti dalle dottrine stoiche non seppero, come Galileo non seppe, ap
plicarla alla generazione del suono.
Dall'ammettere la diffusione delle onde aeree farsi a quel modo stesso
delle acquee veniva per prima conseguenza che non si potessero i suoni pro
dur che dall'urto e dalla collisione de'corpi, in modo che ne venisse l'aria
percossa e flagellata. Di qui è che il Grimaldi, per citar uno de'più autore
voli esempi, asseriva esser da tutti i fatti universalmente provato omnia so
nora debere tremere et observamus ipsam percussionem vel collisionem
corporum ad sonum necessariam. (De Lum., Bononiae 1665, pag. 374).
delle acquee veniva per prima conseguenza che non si potessero i suoni pro
dur che dall'urto e dalla collisione de'corpi, in modo che ne venisse l'aria
percossa e flagellata. Di qui è che il Grimaldi, per citar uno de'più autore
voli esempi, asseriva esser da tutti i fatti universalmente provato omnia so
nora debere tremere et observamus ipsam percussionem vel collisionem
corporum ad sonum necessariam. (De Lum., Bononiae 1665, pag. 374).
Un altro esempio di Fisico non meno autorevole lo abbiamo nel Mon
tanari, il quale nel suo Dialogo intitolato Le forze d'Eolo, volendo dare ad
intendere in che modo si faccia il chiocco della frusta, dop'aver sottilmente
dimostrato, per l'applicazione delle leggi meccaniche, che tutto dipende dalla
velocità con che il cordone ficca nell'aria la punta, e dalla sollecitudine con
che dal braccio la punta stessa è ritirata, conclude la ragion dell'effetto col
dire che si fa il chiocco perchè la punta della frusta “ percote l'aria con
strepito, e si va stracciando nell'istessa più debole estremità ” (Parma 1694,
pag. 151). Or è chiaro che il chiocco si produce dal violento irrompere del
l'aria circostante dentro il vuoto lasciato nel repentino ritirar della punta
della frusta; chiocco simile a quello che si ode stappando, per esempio, la
bocca a una bottiglia. Qui e in tanti altri esempii che ci porgono gli stru
menti a fiato non ci è collisione di corpi, nè l'aria è flagellata o percossa,
ma entrando a riempire il vuoto per elasticità, per elasticità si commuove
in sè stessa e suona.
tanari, il quale nel suo Dialogo intitolato Le forze d'Eolo, volendo dare ad
intendere in che modo si faccia il chiocco della frusta, dop'aver sottilmente
dimostrato, per l'applicazione delle leggi meccaniche, che tutto dipende dalla
velocità con che il cordone ficca nell'aria la punta, e dalla sollecitudine con
che dal braccio la punta stessa è ritirata, conclude la ragion dell'effetto col
dire che si fa il chiocco perchè la punta della frusta “ percote l'aria con
strepito, e si va stracciando nell'istessa più debole estremità ” (Parma 1694,
pag. 151). Or è chiaro che il chiocco si produce dal violento irrompere del
l'aria circostante dentro il vuoto lasciato nel repentino ritirar della punta
della frusta; chiocco simile a quello che si ode stappando, per esempio, la
bocca a una bottiglia. Qui e in tanti altri esempii che ci porgono gli stru
menti a fiato non ci è collisione di corpi, nè l'aria è flagellata o percossa,
ma entrando a riempire il vuoto per elasticità, per elasticità si commuove
in sè stessa e suona.