Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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L'inaspettato esperimento non veniva suggerito dal caso, ma da una
speculazione
condotta a fil di severa logica, benchè avesse per fondamento
la
immaginata teoria degl'ignicoli, i quali in uno spazio riscaldato sotten­
trano
d'ogni parte a riempirlo in luogo dell'aria.
Giovan Francesco Sagredo,
così
dunque scriveva il 11 Aprile 1615 a Galileo, in proposito della co­
struzione
e del modo d'operar de'tubi termometrici: “ Alle fornaci di Mu­
rano
ho fatto fare un vaso di vetro con un palmo di collo, ed essendo ben
caldo
, l'ho fatto richiudere, sicchè tutto l'aere, che v'era dentro rinchiuso
pieno
di calore, non potesse più uscire dopo raffreddato.
E per conseguenza,
uscito
lo spirito igneo e restatoci dentro l'aere di ugual temperamento al­
l
'ambiente, persuasi chi erano presenti che dentro vi fosse pochissima aria
siccome
al senso era manifesto che non vi fosse spirito igneo.
Le prove fu­
rono
due: la prima che avendovi fatto rinchiudere dentro un sonaglio da
sparviero
, questo mosso non faceva un suono esterno se non quanto per­
coteva
nel vetro, e per conseguenza faceva un suono esterno, il che fu as­
sai
facilmente creduto che non avvenisse per altro, che per lo mancamento
dell
'aere nel vaso suddetto, e tanto più ch'essendosi rotto detto vaso si
trovò
il sonaglio sonoro, secondo l'ordinario.
La seconda perchè, avendo io
posto
esso vaso col collo in una mastella d'acqua, con un ferro gentilmente
apersi
la bocca, per la quale salendo entrò tant'acqua che pareva che vo­
lesse
riempire tutto il detto vaso (Alb.
VIII, 372).

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