Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1mum edidit sonum ab omnibus experimento spectatoribus auditum. Non
si
può credere che il Magiotti, il quale era uno di quegli spettatori non ri­
conoscesse
, com'aveva già riconosciuto il Sagredo, che il suono era esterno,
essendo
la codetta del campanello così saldata col tubo di piombo, da co­
municargli
assai facilmente i conceputi suoi tremori sonori, ma non si ve­
deva
dall'altra parte come si potesse interrompere quella inevitabile comu­
nicazione
.
Anche questa storia però ne porge un altro de'tanti esempi che s'hanno
di
difficoltà credute insuperabili, e di faticosi tentativi tornati sempre inu­
tili
, che si son veduti poi riuscire con massima facilità, facendo rimanere
quei
che s'erano ritirati indietro maravigliati.
Per far che il corpo sonoro
non
comunichi le sue vibrazioni al recipiente del vuoto fu trovato che ba­
stava
posare una sveglia sopra una coltricetta di lana o di ovatta.
L'espe­
rienza
del suono nel vuoto divenne allora così facile e tanto comune, da non
parer
credibili le difficoltà incontrate dal Boyle e da'nostri Accademici di
Firenze
, ond'è che il Musschenbroek non ripensando forse a queste cose,
ebbe
ad accusare gli stessi nostri Accademici di poco accurati nell'eseguire
le
delicate esperienze.
Experimenta quae hic a florentinis Philosophis tra­
duntur
.... non videntur tanta accuratione capta ac desiderare posset.
Ma­
gnus
compositusque instrumentorum apparatus plerumque vitiis obnoxius
hos
perspicacissimos caeteroquin viros illusisse et in errorem coniecisse ve­
risimile
est (Tentamina Experim.
natur., Viennae 1756, Pars I, pag. 88).

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